L’omicidio Verbano resterà un mistero. Dopo 40 anni la Procura di Roma ha archiviato l’ultima inchiesta sulla morte del militante di sinistra ucciso a Montesacro

L’omicidio di Valerio Verbano, il 19enne, militante di sinistra, ucciso con un colpo di pistola, a Roma, nella sua abitazione di Montesacro, il 22 febbraio 1980, resterà un mistero. La procura di Roma ha, infatti, chiuso l’indagine sul delitto chiedendo al gip di archiviare il procedimento perché rimasti ignoti gli autori del reato. L’inchiesta, riaperta per la seconda volta nel 2011, dopo quella chiusa senza esito nel 1989, non ha prodotto alcun risultato concreto, fatto salvo uno stralcio a carico di Maura Raffaella Gualco, una giornalista che il pm Erminio Amelio intende indagare per favoreggiamento aggravato.

Il magistrato è convinto che la donna, conversando anni fa al telefono con un amico di uno dei possibili killer di cui avrebbe fornito anche dettagli somatici, abbia negato la circostanza agli inquirenti quando poi è stata sentita, “di fatto proteggendo dalle investigazioni almeno uno degli autori”. L’unica certezza, a quarant’anni esatti dalla morte di Verbano, è che il movente del delitto fu “esclusivamente politico” così come, secondo gli inquirenti, è “terroristica la matrice di chi lo ha portato a termine”.

“Piccoli passi nella ricostruzione della vicenda sono stati fatti”, scrive il pm Amelio nella richiesta di archiviazione aggiungendo che nel corso della nuova indagine sono emersi “forti sospetti su due o tre soggetti, indicati quali possibili autori”. Elementi che, tuttavia, non sono sufficienti a procedere nei loro confronti.