“È stata una omissione consapevole”. Ritrovato nel bosco il secondo forchettone della funivia del Mottarone. Un familiare delle vittime: “Me li avete ammazzati. Non ci sarà mai perdono”

I gestori della funivia del Mottarone avrebbero deciso di bypassare un malfunzionamento disattivando il sistema di frenata di emergenza. 

“È stata una omissione consapevole”. Ritrovato nel bosco il secondo forchettone della funivia del Mottarone. Un familiare delle vittime: “Me li avete ammazzati. Non ci sarà mai perdono”

Il secondo “forchettone”, il sistema meccanico che impediva l’entrata in funzione dei freni di emergenza della funivia del Mottarone, è stato trovato questa mattina nella zona dell’incidente che domenica ha causato la morte di quattordici persone, tra cui due bambini. Per il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, che nella notte ha fermato tre persone con l’accusa di omicidio colposo plurimo, la decisione di inserire il forchettone nel freno di emergenza della funivia è stata una “omissione consapevole”. Quella di ovviare ai problemi dell’impianto, che continuava a fermarsi, è stata dunque, sempre secondo l’ipotesi sostenuta dagli inquirenti, una “scelta deliberata”.

Il procuratore di Verbania  ha precisato, che domani dovrebbe conferire l’incarico per la consulenza tecnica a uno o più ingegneri del Politecnico di Torino. Sempre domani dovrebbe essere effettuato il primo sopralluogo sulla cabina precipitata sul Mottarone e nella zona attigua dove, a monte del pilone, c’è la fune spezzata.

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Da quando l’impianto di Mottarone è stato riaperto, “il forchettone è stato inserito più volte per bypassare i problemi che il sistema stava dando. Non è stato il primo giorno in cui era inserito” ha spiegato ancora il procuratore Bossi. Il forchettone ha impedito alle ganasce frenanti poste sulla fune portante della cabinovia di entrare in azione. “Sabato la funivia si è fermata e posso pensare che il fatto si inquadri in questa vicenda”, ha aggiunto la pm.

“L’ipotesi di delitto di colpa riguarda la rimozione consapevole di questo meccanismo di sicurezza. Il reato relativo all’articolo 437 del codice penale, comma 2, aggravato dal disastro per aver rimosso sistemi di sicurezza e se dal fatto deriva il disastro consente il fermo”. Nel codice penale l’articolo 437 punisce “chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia”. Al comma 2 si contempla l’aggravante e una pena più severa “se dal fatto deriva un disastro o un infortunio”.

Sull’impianto della funivia del Mottarone, ha spiegato ancora il procuratore di Verbania, “sono stati effettuati 2 interventi tecnici dalla azienda incaricata della manutenzione. Uno è del 3 maggio scorso e uno precedente”. Eppure questo non avrebbe “risolto il problema” e quindi si è deciso di “bypassare il problema” di disattivare il sistema di frenata di emergenza.

“Me li avete ammazzati.  Non ci sarà mai perdono”.

“Me li avete ammazzati e a questo, mi spiace, non ci sarà mai nessun tipo di perdono” così in una storia su Instagram ha scritto Angelica Zorloni, primogenita di Vittorio morto insieme alla compagna Elisabetta Persanini e al loro figlio di 5 anni Mattia nella tragedia del Mottarone. La storia – con la foto della famiglia sorridente – è stata postata dopo la notizia dei tre fermi.

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