Le Ong riprendono il largo e Salvini richiude i porti. Per il vicepremier l’attività e le azioni delle navi umanitarie incoraggiano i trafficanti di essere umani

Il ministro: “Buon viaggio agli amici delle ong che possono andare dove vogliono ma che in Italia non arriveranno”

“Buon viaggio agli amici delle ong che possono andare dove vogliono ma che in Italia non arriveranno”. Non è una battuta ma una vera e propria dichiarazione d’intenti quella rilasciata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, a margine della cerimonia dell’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di perfezionamento per le forze di polizia, in merito alla notizia del ritorno nelle acque del Mediterraneo da parte delle navi umanitarie.

Nessuno smorzamento delle tensioni che vedono contrapposto il vicepremier italiano agli operatori delle ong. Anzi i toni del ministro sembrano addirittura inasprirsi tanto che per lui queste imbarcazioni, tornando ad operare liberamente, non faranno altro che incentivare le partenze dei barconi carichi di clandestini. Battelli di fortuna quando non vere e proprie carrette del mare che, complici il numero di passeggeri ben superiore alle loro capacità e il meteo avverso, spesso finiscono per affondare, costando la vita a centinaia di passeggeri.

Proprio per questo, spiega il vicepremier Salvini: “Consapevolmente o inconsapevolmente le ong finiscono per aiutare i trafficanti di esseri umani che a loro volta tornano a fare il proprio lavoro”. Il titolare del Viminale ha poi colto l’occasione per rivendicare i risultati ottenuti grazie alla propria azione di governo che vedono scendere il numero di sbarchi. L’anno scorso erano arrivati sul suolo italiano ben 117 mila migranti, per lo più clandestini, mentre oggi il loro totale si ferma a soli 23 mila unità.