L’Onu ci costa tre miliardi di dollari. Maxi-stipendi, quattro sedi in giro per il mondo, vitalizi e privilegi. Una vera cuccagna dorata

Benvenuti all'Onu, il grande assente alla guerra in Ucraina. Una macchina elefantiaca da oltre 3 miliardi di dollari.

L’Onu ci costa tre miliardi di dollari. Maxi-stipendi, quattro sedi in giro per il mondo, vitalizi e privilegi. Una vera cuccagna dorata

Una macchina elefantiaca da oltre 3 miliardi di dollari, che distribuisce benefici, tra viaggi e sedi di lusso, a vertici e funzionari. Oltre a stipendi molto generosi ai dipendenti: un insegnante di lingua può arrivare a percepire 111mila dollari all’anno. Senza dimenticare i “vitalizi” per ex segretari generali ed ex dirigenti apicali, che costano in totale poco meno di 11 milioni. Benvenuti all’Onu, il grande assente alla guerra in Ucraina.

Un giorno sì e l’altro pure vengono invocate per intervenire nella crisi per un intervento diplomatico. Con lo scopo di arrivare almeno a una tregua. Ma alla fine anche Papa Francesco ha dovuto annotare “l’impotenza dell’Onu”. Eppure sul piano dell’apparato burocratico, la potenza sarebbe impressionante, al netto del budget assegnato per le missioni.

L’Onu dispone di circa 37mila dipendenti sparsi nel mondo

L’organizzazione, oggi guidata dal segretario generale Antonio Guterres, dispone di circa 37mila dipendenti sparsi nel mondo. Quelle di Ginevra, Vienna e Nairobi sono le più note, oltre ovviamente al Palazzo di Vetro di New York, la sede principale. L’Onu gestisce, come emerge dall’ultimo bilancio di previsione, qualcosa come 3 miliardi e 187 milioni di dollari. La cifra maggiore, un miliardo e 144 milioni di dollari (444mila dollari in confronto al 2021, è assorbita dal funzionamento degli uffici.

Un’altra voce sostanziosa è quella “altri costi dello staff”, che include incarichi apicali, di durata temporanea, nonché il pagamento degli straordinari e dei turni notturni, oltre all’assicurazione sanitaria post-servizio. Una tutela per la vita. E un bel capitolo che assorbe altri 205 milioni di dollari.

Ulteriori 125 milioni sono invece stanziati per altre “voci generali di spesa”, che comprendono “un’ampia gamma di servizi come comunicazione, elaborazione dati e automazione degli uffici”, ma anche “manutenzione di mobili e attrezzature, noleggio e manutenzione di locali, di mobili, trasporti e servizi pubblici”. E si può mica rinunciare ai viaggi pagati? Non sia mai.

L’Onu prevede di sborsare 14 milioni e mezzo di dollari per coprire gli spostamenti dello staff, con una triplicazione in confronto al 2020, mentre altri 12 milioni se ne vanno in consulenze e 7 milioni servono a garantire la copertura dei costi delle indennità e degli spostamenti degli esperti interpellati dalle Nazioni Unite. E ancora: per le “spese di trasporto e/o indennità giornaliera dei rappresentanti degli organismi intergovernativi” è prevista una spesa di 24 milioni di dollari.

Molto consistente la non meglio specificata voce delle “missioni politiche speciali”: oltre 700 milioni di dollari. Se le missioni hanno lo stesso risultato ottenuto in Ucraina, sarebbe un costo facilmente tagliabile. L’assunzione alle Nazioni Unite è sicuramente un grande colpo. L’ultimo ritocco ai salari risale a novembre 2020. Tanto per rendere l’idea, un dipendente del servizio generale, e delle relative categorie di sede, può arrivare a percepire 105mila dollari all’anno. Più premi vari, come la conoscenza della lingua che può valere un rafforzamento della remunerazione di oltre 2mila dollari all’anno, a cui si aggiungono le indennità per i figli a carico.

Non se la passa male nemmeno chi svolge mestieri manuali, che garantisce la manutenzione. Il livello massimo può toccare anche 109mila dollari all’anno, praticamente 9mila al mese. Più che Onu, insomma, è un vero carrozzOnu.