Oper Fiber si allunga ancora. Adesso punta l’asta del 5G. Pompei ammette il progetto ma servono miliardi. Intanto parte una sperimentazione a Prato

La missione è appena cominciata ma Open Fiber allunga già l’orizzonte guardando all’asta delle frequenze per le telecomunicazioni 5G

La missione è appena cominciata ma Open Fiber allunga già l’orizzonte guardando all’asta delle frequenze per le telecomunicazioni 5G. Uno scatto in avanti che rientra appieno nel dna della società controllata alla pari da Enel e Cassa Depositi e Prestiti, ma che strappa ancora di più con l’ex monopolista Telecom, da ieri alle prese pure con l’uso (non certo quotidiano) del golden power da parte del governo sul controllo della rete. A svelare il nuovo “sogno” questa volta non sono i soliti rumors ma personalmente l’amministratore delegato Tommaso Pompei. “L’asta delle frequenze 5G è uno dei temi che ci stiamo ponendo ma non c’è ancora nessuna decisione”, ha detto ieri Pompei intervenendo al Museo del Tessuto di Prato alla presentazione del progetto di sperimentazione di Open Fiber e Wind Tre della tecnologia 5G dedicato allo sviluppo e all’innovazione delle città di Prato e dell’Aquila. Per partecipare alla gara 5G “c’è un impegno molto rilevante di qualche miliardo, ha rilevato l’Ad, che non ha scoperto tutte le carte, limitandosi a dire che la società sta verificando l’interesse a partecipare senza rinunciare alla caratteristica pecularie di operatore wholesale (venditore all’ingrosso). Tutti gli operatori non interessati a investire in frequenze – ha detto Pompei immaginando un nuovo business futuro – potrebbero far riferimento a Open Fiber che offrirebbe un servizio completo. Solo per Prato l’investimento è stato di 30-40 milioni di euro che sarà suddiviso tra tutte le aziende coinvolte nel progetto di sperimentazione”, ha concluso. La consapevolezza è che “l’evoluzione delle telecomunicazioni è un passaggio fondamentale per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia di oggi, proprio come è avvenuto con la costruzione della rete autostradale negli anni Sessanta”. Di qui la missione a realizzare queste infrastrutture immateriali, che vedono nel nostro Paese un rilevante distacco con altri competitor europei e un insopportabile digital divide tra le diverse regioni della penisola.

Città connesse – Di qui la rincorsa, con un progetto come quello di Prato che inaugura il modello di “Città 5G”, cioè un ampio ecosistema aperto a cittadini, pubbliche amministrazioni, industria, università e centri di ricerca con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei servizi e creare nuove opportunità di crescita”, ha aggiunto Pompei. Per questo si è detto orgoglioso di prendere parte a questa sperimentazione insieme a Wind Tre, ai numerosi partner e ai centri di eccellenza che partecipano al progetto.