Sono lontani i giorni in cui Donald Trump minimizzava l’epidemia da covid-19 e ostentava sicurezza, convinto che la questione fosse esclusivamente cinese ed europea. Così, nel volgere di poche ore, si è passati dagli sberleffi nei confronti delle politiche italiane di contenimento dei contagi al replicarle negli Stati Uniti. Un dietrofront, non di certo il primo e tantomeno l’ultimo della carriera politica del tycoon, che da ieri è diventato realtà con il cosiddetto lockdown, ossia la chiusura totale, di New York, Los Angeles e Las Vegas. Insomma da costa a costa, scuole, bar, ristoranti, pub, cinema, teatri e discoteche, terranno le serrande abbassate per due settimane. Non va meglio a Miami dove è stato disposto il coprifuoco di tutte le spiagge. Insomma uno scenario post apocalittico dove a chiudere, a partire da domani, saranno anche i casinò simbolo di Las Vegas fra i quali l’arcinoto Bellagio, il Mandalay Bay, e il Mirage. “È chiaro che questa è una crisi di salute pubblica che richiede un’azione collettive se vogliamo rallentarne l’avanzata. La salute dei nostri ospiti e dei dipendenti è la prima preoccupazione in questa crisi” spiegano dalla Wynn Resorts, società proprietaria di diversi casinò.
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