Ora l’Ue invoca la diplomazia, ma su Israele non è più credibile

Meloni ancora una volta snobbata dai leader europei. Manca all’appello congiunto Merz-Starmer-Macron sulla de-escalation.

Ora l’Ue invoca la diplomazia, ma su Israele non è più credibile

Dopo aver sempre giustificato il governo di Benjamin Netanyahu, con la scusa che ha il diritto a difendersi, e dopo aver incitato gli Stati membri ad armarsi fino ai denti, l’Europa di fronte all’attacco di Israele all’Iran è alla disperata ricerca di una strategia. Ecco perché poca cosa appaiono ora gli appelli alla moderazione e al ricorso alla diplomazia dei leader Ue per evitare una nuova escalation che faccia precipitare ulteriormente la situazione in Medio Oriente.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che “le notizie che giungono dal Medio Oriente sono profondamente allarmanti. L’Europa esorta tutte le parti a dare prova della massima moderazione, a ridurre immediatamente l’escalation e ad astenersi da ritorsioni. Una soluzione diplomatica è ora più urgente che mai, per il bene della stabilità della regione e della sicurezza globale”.

I leader Ue snobbano ancora una volta Meloni

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha parlato al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer. Il governo di Giorgia Meloni, che si è riunito per fare il punto sulla situazione in Medio Oriente senza partorire una sola parola di condanna a Israele, come al solito è stato tagliato fuori.

Salvo poi farci sapere da Palazzo Chigi che la premier ha sentito Merz, von der Leyen e il presidente americano, Donald Trump.

Però dall’appello congiunto a evitare ogni “ulteriore escalation”, lanciato da Starmer, da Merz e da Macron, Meloni è stata esclusa.

Salvini spera negli Usa per evitare l’escalation

Lo stesso vicepremier leghista Matteo Salvini non pare credere nelle capacità diplomatiche del suo Paese. Dopo aver difeso “il diritto alla sopravvivenza di Israele”, spiegando che “l’Iran l’ha sempre messo in discussione”, ha detto: “Conto che Israele non estenda il conflitto e che chi può si faccia sentire, penso ad esempio agli Usa”.

Tajani non è mai sul pezzo

In questo contesto spicca anche la figuraccia del ministro degli Esteri e vicepremier di Forza Italia, Antonio Tajani. “In Israele sanno bene che siamo contrari ad un attacco militare contro l’Iran, ma non mi pare che sia così imminente”, ha detto giovedì Tajani.

Parole che hanno provocato l’ironia triste delle opposizioni che hanno chiesto al ministro di riferire in Parlamento. Cosa che avverrà oggi.

“Questa mattina all’alba ero già qui. Invito tutti a seguire il mio esempio e invito l’opposizione a svegliarsi presto la mattina. Mi auguravo di essere chiamato alle tre e mezza quando c’è stato l’attacco”, dice il leader azzurro. “Non mi sono svegliato adesso. Se dovessi dire chi si è svegliato adesso, ieri il ministro Tajani aveva detto che non c’erano segnali di un attacco imminente da parte di Israele. Io sono sveglio, non so se lui lo sia”, ha detto il deputato di Avs Angelo Bonelli.

“Fino a ieri Tajani diceva che non c’erano segnali di attacchi imminenti. Quindi mi pare che quello che si deve svegliare sia lui e non le opposizioni”, ha spiegato la segretaria Pd Elly Schlein. “Non eravamo informati”, ammetterà poi Tajani.

Conte (M5S) punta il dito contro l’Europa e contro il governo Meloni

“Oltre al genocidio di palestinesi, ora l’attacco all’Iran: qualcuno ha intenzione di fermare il criminale Netanyahu o vogliamo lasciare a lui la decisione di farci trascinare tutti in un conflitto dagli effetti devastanti e imprevedibili senza neppure battere ciglia? L’Europa cosa balbetterà questa volta? Si rifugerà ancora una volta nella folle corsa al riarmo e nell’incredibile aumento delle spese militari, incapace com’è di esprimere una ‘politica’ che sia tale?”, ha detto il leader M5S, Giuseppe Conte.

“Aspetteremo di capire – ha spiegato – qual è la posizione degli Usa, i quali continuano nella loro ambigua policy di piena copertura politica e militare di Netanyahu, fingendo ogni tanto di essere ‘rammaricati’ per le sue azioni su Gaza e adesso contro l’Iran? Ormai siamo al deserto della politica”.

Bibi ha scavalcato pure l’amico Trump

E a proposito di Usa. L’attacco di Netanyahu ha sfidato anche il monito di Trump e sabotato di fatto i suoi negoziati con Teheran sul nucleare. Un altro schiaffo per The Donald, dopo che anche Vladimir Putin ha tirato dritto per la sua strada.

Gli Stati Uniti hanno ammesso che erano a conoscenza dei piani di attacco di Israele, ma sia Trump che il segretario di Stato Marco Rubio hanno affermato che non sono stati coinvolti.

Dure parole di condanna a Israele dalla Russia e dalla Cina. Pechino si è detta “profondamente preoccupata per le gravi conseguenze”, mentre da Mosca il ministero degli Esteri ha giudicato gli attacchi israeliani sull’Iran “categoricamente inaccettabili”.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un appello alla “massima moderazione” per evitare che il Medio Oriente “sprofondi in un conflitto molto più grave”.