Ora l’obiettivo è riaprire scuole e università in sicurezza. L’appello di Speranza ai giovani: “Aiutateci a tenere sotto controllo il contagio. Il vaccino arriverà a fine anno”

“Non possiamo sbagliare sulla scuola e ogni provvedimento, ogni sacrificio chiesto è fatto pensando alla riapertura delle scuole che segnerà la vera fine del lockdown. Stiamo investendo risorse come non mai sulla scuola, ben vengano le assunzioni di nuovi insegnanti e i banchi nuovi. Da ministro della Salute ho molto a cuore la ricostruzione di un rapporto strutturale tra scuola e sanità”. E’ quanto afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un colloquio con Repubblica, dopo l’ordinanza adottata ieri sullo stop alle discoteche e una nuova stretta sull’uso delle mascherine all’aperto.

“Non fatemi passare per il maestrino con la bacchetta – aggiunge l’esponente dell’Esecutivo -, guai a criminalizzare i giovani. Anzi è a loro che chiedo una mano: aiutateci a tenere sotto controllo il contagio. Tra meno di un mese dobbiamo riaprire scuole e università in sicurezza. E non possiamo sbagliare. Non c’è un finale già scritto in questa partita, dipende dai nostri comportamenti e tutti, a cominciare dai ragazzi, dobbiamo esserne consapevoli”.

“Un sacrificio, lo so, ma è inevitabile per affrontare la sfida dell’apertura delle scuole – ha aggiunto Speranza parlando delle discoteche -, il vero cuore delle relazioni sociali del Paese. Non vogliamo chiudere in casa i ragazzi né rovinare le loro vacanze. Credo che possano continuare a divertirsi rispettando le uniche tre regole che sono rimaste: mascherine usate correttamente anche all’aperto, distanziamento di almeno un metro per interrompere la catena dei contagi e igiene delle mani”.

“I ragazzi sono stati straordinari durante il lockdown – aggiunge il ministro della Salute -, lo hanno sofferto ed evidentemente, essendo stati meno colpiti dal virus, si sono lasciati prendere dalla voglia di divertirsi, dall’estate. Purtroppo dobbiamo fare i conti con un dato di fatto: l’età media dei contagiati nelle ultime settimane e’ scesa vertiginosamente, siamo intorno ai 39 anni e ci sono alcuni ragazzi in condizioni severe. E’ chiaro che il virus fa più male ai grandi e i più giovani pagano un prezzo meno alto, ma possono portarlo a casa. Difendere loro significa difendere il Paese. Da qui la necessità di dare un segnale”.

Infine Speranza annuncia: “Stiamo investendo su quello che è ancora un candidato vaccino. Se andrà tutto bene a fine anno avremo le prime dosi. Nel frattempo governo e regioni continueranno a lavorare fianco a fianco riconoscendo le differenze territoriali cosi’ come abbiamo cominciato a fare nella fase di uscita dal lockdown”.