Orbán gongola per Giorgia. Budapest punta sull’asse con Roma

Il premier ungherese Orbán dopo la vittoria della Meloni punta sull'asse con Roma per affossare la linea pro Kiev a Bruxelles.

“Vittoria più che meritata. Congratulazioni!”. Con queste parole e una foto che lo ritrae insieme a Giorgia Meloni, Viktor Orbán, il premier conservatore ungherese, ha voluto fare le congratulazioni alla leader di Fratelli d’Italia per il risultato ottenuto alle elezioni.

Il premier ungherese Orbán dopo la vittoria della Meloni punta sull’asse con Roma per affossare la linea pro Kiev a Bruxelles

Ma oltre a congratularsi con l’amica italiana Orbán ha immediatamente scritto anche agli alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: “Attendo con ansia la nostra futura collaborazione per preservare la pace nei nostri Paesi e in Europa, per far ripartire l’economia europea e per alleviare la crisi energetica” ha scritto il premier ungherese.

Ed è proprio così che si è scagliato contro le sanzioni alla Russia “imposte dalle élite di Bruxelles”. “La Russia ha guadagnato 158 miliardi di entrate, metà delle quali, 85 miliardi, è stata pagata dai paesi dell’Ue” ha attaccato il premier, sottolineando come l’arma delle sanzioni si sia ritorta contro gli europei.

“Non c’è da stupirsi che in alcuni Stati membri il popolo arrabbiato stia cambiando i governi che sostenevano le sanzioni” ha detto Orbán. Dunque il tema delle sanzioni alla Russia è ancora scottante, per di più l’ottavo pacchetto è previsto nei prossimi giorni sui tavoli di Bruxelles. “La posizione ungherese sulle sanzioni è stata espressa apertamente, le nostre argomentazioni sono state ignorate e le sanzioni sono state imposte a tutti i Paesi dell’Ue” ha proseguito il premier ungherese, lamentando la mancanza di democraticità nella decisione dell’Ue di introdurre delle misure restrittive contro Mosca.

“I popoli non sono stati consultati”, ha detto ancora Orbán, confermando in Parlamento quanto annunciato nei giorni scorsi, ossia l’organizzazione di una consultazione in Ungheria sulle misure restrittive dell’Ue contro la Russia.

“Le sanzioni di guerra” avrebbero “trasformato un conflitto locale in una guerra economica mondiale” e causato “un drastico aumento dei prezzi dell’energia” per questo, ha spiegato Orbán, “non è l’economia, ma le decisioni politiche a Bruxelles ad essere responsabili” del quadro attuale. “Finché le sanzioni sono in vigore, il compito più importante dell’Ungheria è garantire un approvvigionamento energetico sicuro”, ha puntualizzato Orbán, facendo un bilancio delle misure messe in campo da Budapest per affrontare la crisi energetica, da integrare, se necessario, con nuovi interventi a sostegno di famiglie, imprese e investimenti.

E a proposito di investimenti, soprattutto in campo energetico, Orbán è tornato ad attaccare l’Ue: “se i burocrati di Bruxelles non ci daranno i soldi che hanno promesso, li troveremo da un’altra parte”, ha concluso. Certo a fronte dei risultati delle elezioni, Orbán potrebbe trovare terreno fertile proprio nel centrodestra che non ha mai nascosto le contrarietà alle sanzioni a Mosca.

SPONDA SOVRANISTA
In particolare proprio Berlusconi e Salvini hanno dichiarato che vorrebbero rivedere le sanzioni contro la Russia a causa del loro influsso sull’economia italiana, contrariamente alla Meloni che sostiene fermamente la difesa dell’Ucraina ed è intervenuta più volte con dichiarazioni antirusse e a favore dell’invio di armi a Kiev: “L’Italia non sarà l’anello debole dell’Occidente” ha sempre dichiarato ritenendo invece necessario un fondo internazionale per ristorare le aziende che più soffrono la chiusura dei rapporti commerciali – e in particolare l’interrizione delle forniture energetiche – con Mosca. Resta incerto però se il suo governo appoggerà l’ottavo round di sanzioni ora in discussione a Bruxelles.