Nel 2024 almeno 142 persone sono state perseguite penalmente in Europa per aver compiuto atti di solidarietà verso le persone migranti. Lo evidenzia l’ultimo rapporto di Picum, che parla di una tendenza in crescita, con una progressione costante: erano 102 nel 2022, 117 nel 2023, 142 lo scorso anno. «Le accuse riguardano attività con una chiara finalità umanitaria, come il salvataggio in mare, la distribuzione di cibo, acqua, indumenti o l’offerta di riparo», si legge nel documento.
A prevalere sono i casi di criminalizzazione delle operazioni di soccorso in mare: 88 persone su 142 sono state incriminate per attività legate al search and rescue. Ma la repressione colpisce anche chi fornisce aiuto a terra (21 persone), chi partecipa a proteste (17 casi) e chi offre un alloggio temporaneo (3 casi). L’accusa più frequente è quella di “favoreggiamento dell’immigrazione irregolare”, un’imputazione costruita su una distorsione sistematica del concetto di solidarietà.
Il rapporto segnala che «nonostante la gravità delle accuse, le condanne definitive restano basse». Tra i procedimenti conclusi nel 2024, su 43 persone incriminate, ben 41 sono state assolte o hanno visto le accuse decadere. Solo due sono state condannate, una con una pena sospesa.
Tuttavia, il costo umano di questi procedimenti è altissimo. L’83% delle persone perseguite nel 2024 affrontava procedimenti iniziati negli anni precedenti, con una durata media di tre anni. In alcuni casi, come quello di una donna accusata di aver acquistato biglietti del treno a un gruppo di rifugiati siriani, il calvario giudiziario è durato quasi dieci anni.
Criminalizzare chi attraversa le frontiere
La criminalizzazione non colpisce soltanto chi aiuta, ma direttamente le persone migranti. Nel 2024 almeno 91 migranti sono stati incriminati, con un aumento del 20% rispetto al 2023. Spesso le accuse si basano su presunte attività di “smuggling”, ma le motivazioni reali sono altre: tentativi di ricongiungimento familiare, necessità di sostenere i costi del viaggio, semplice solidarietà fra migranti.
«Le accuse falliscono nel cogliere le motivazioni sottostanti», sottolinea Picum, che documenta casi in cui il semplice uso di una mappa, la distribuzione di acqua o l’aiuto a un compagno di viaggio in difficoltà sono stati ritenuti sufficienti per un’incriminazione.
In Grecia, il numero di persone arrestate come presunti “trafficanti” è aumentato del 50% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Solo nelle isole Canarie (Spagna), più di 100 migranti vengono arrestati ogni anno per accuse di guida delle imbarcazioni.
La sproporzione emerge anche nelle pene: in Italia, due sopravvissuti al naufragio di Cutro sono stati condannati a venti anni di carcere in un processo rapido, «con pene paragonabili a quelle previste per l’omicidio volontario».
Migranti, il paradosso delle politiche europee
Il fenomeno della criminalizzazione è aggravato dall’uso distorto della normativa anti-smuggling. Secondo il rapporto, l’81% dei casi di criminalizzazione della solidarietà e l’86% di quelli relativi ai migranti attraversano l’applicazione di leggi contro il traffico di esseri umani, pensate per colpire i trafficanti ma usate contro persone comuni, attivisti e migranti stessi.
La revisione della direttiva europea sulla facilitazione proposta nel 2024 rischia di peggiorare la situazione. Nonostante le critiche sollevate anche dallo studio d’impatto commissionato dal Parlamento europeo, la nuova proposta non prevede esenzioni vincolanti per chi agisce per ragioni umanitarie.
Come ammonisce il rapporto: «La criminalizzazione della solidarietà e la criminalizzazione della migrazione sono parte di un unico continuum di politiche restrittive che rendono pericoloso attraversare le frontiere e ostile l’ambiente per chi è considerato irregolare».
Uno spazio civile sotto attacco
La repressione non passa solo attraverso i tribunali. Nel 2024, il monitoraggio di Picum ha registrato numerosi casi di perquisizioni arbitrarie, sorveglianza, controlli di polizia sistematici. In Francia, l’associazione Utopia 56 ha subito 98 controlli e 59 perquisizioni di veicoli in meno di un anno. In Italia, gli attivisti di Mediterranea Saving Humans sono stati spiati con software militari israeliani su ordine dei servizi segreti.
In un’Europa che si proclama baluardo dei diritti, soccorrere, nutrire, offrire acqua e ospitalità rischia di essere trattato come un crimine. Con una lucidità spietata, il rapporto Picum fotografa un continente che sta sistematicamente sgretolando il diritto alla solidarietà.