La Sveglia

Ormai siamo al terrorismo politico-mediatico

L'obiettivo è distruggere il M5S. Giornaloni scatenati contro Giuseppe Conte e chiunque critichi il premier Draghi.

Vittorio Feltri: “Il vero comico è Conte, non Beppe Grillo”. Matteo Renzi: “Sì allo statista Draghi, no allo stagista Conte”. Il giornalista Mario Lavia: “M5s come i Demoni di Dostoevskij ma con il tavernacoliere (“Lo sfonnamo”). Due piccioni con una fava: avanti Draghi e Conte distrutto”.

Giornaloni scatenati contro Conte, il M5S e chiunque critichi il premier Draghi

Fenomenale il giornalista de Il Riformista Aldo Torchiaro: “La decisione di far cadere Draghi è stata presa a Roma o a Mosca? @GiuseppeConteIT dica la verità sul viaggio di Di Battista pagato dal Fatto, chi ha incontrato e quali ordini ha preso?”. Per Torchiaro, ma mica solo lui, sono in molti perfino dentro il Pd, ci sarebbe un ordine mondiale organizzato di poteri forti che ha ordito un complotto contro Conte usando un viaggio di Alessandro Di Battista in Russia per provare a far cadere Draghi.

Si può pensare ciò che si crede di questa crisi di governo ma il dibattito italiano mette i brividi. La stragrande maggioranza dei media – sia quelli che fin dall’inizio si sono dichiarati camerieri di Draghi e del draghismo sia quelli che da anni fingono di essere progressisti e invece sono conservatori con la spilla delle Feste dell’Unità – vorrebbero convincerci che essere contro Draghi sia un peccato mortale, la miccia di una catastrofe, il capitolo prima dell’invasione delle cavallette.

A stupire non è tanto il terrorismo applicato come arma dall’opinionismo politico – sono anni che usano solo questo, l’hanno imparato benissimo dai peggiori politici Usa – ma la vastità dell’operazione. Sono rarissimi i giornali che scrivono una loro opinione, anche durissima, contro l’operato di Conte e del Movimento 5 Stelle. Quello che conta è proclamare la “distruzione” del partito avversario, oppure “la definitiva uscita dal Parlamento” di un partito.

Se potessero augurerebbero uno sterminio di eletti e elettori di quel partito, si trattengono solo per mantenere un filo di finta dignità. Il tentativo di annientamento di Conte e del Movimento 5 Stelle, attraverso la vigliacca arma del discredito sistematico, sta raggiungendo livelli così imbarazzanti che perfino chi non ha mai votato Movimento 5 Stelle (io), anche chi li ha sempre poco amati, in queste ore sta chiedendo di rientrare nei limiti della dignità politica.

Attenzione: chi si augura la cancellazione del M5S confidando in un genocidio politico sono gli stessi che sono pronti ad abbracciare la Lega di Matteo Salvini (magari usando Giancarlo Giorgetti come fondo tinta), sono gli stessi che hanno riabilitato Silvio Berlusconi mentre nel trentennale dalla morte di Falcone e Borsellino i suoi colonnelli peggiori appena usciti dalla galera hanno apparecchiato le elezioni in Sicilia, sono gli stessi che pompano Guido Crosetto per normalizzare il post-fascismo “buono e competente” di Fratelli d’Italia, sono gli stessi che sono pronti a ingoiare tutto, proprio di tutto, l’importante è che non ci sia Conte.

Dentro a questo plotone d’esecuzione c’è quel Matteo Renzi che ora sarebbe disposto perfino a pomiciare con Luigi Di Maio pur di ottenere la sua vendetta. Ci sono i giornalisti che oggi amano Draghi solo perché è il padrone, pronti ad amare perfino Conte se per un’impossibile allineamento degli astri dovesse tornare alla ribalta. C’è dentro tutta la schiera di questa Italia ipocrita, inetta e servile. Ieri su un prestigioso quotidiano nazionale abbiamo perfino letto uno scrittore premiato allo Strega che ha scritto una lettera di scuse a Draghi, come un buon amministratore di condominio imbarazzato con un suo condomino, che ci ha tenuto a letteraturizzare lo stigma contro Conte.

Non è questione di difendere Conte, non è quello il punto. Ciò che si legge in questi giorni non ha nulla a che vedere con la politica ma è la stessa boria cretina di chi usa la guerra come serotonina: perfino essere in disaccordo con Draghi è peccato mortale. Non ci si può permettere di notare che a oggi non si è mai affrontato e non si è mai provato a risolvere la questione dei salari da fame, non si può fare notare che la distruzione del Reddito di cittadinanza non prevede – nel dibattito politico – un’altra eventuale soluzione per i poveri.

Non ci si può permettere di dire “il governo Draghi non mi piace, questo governo non fa quello che io riterrei giusto” perché immediatamente si viene inseriti nella lista di proscrizione dei “grillini” e quindi “nemici della Patria”. Basterebbe solo conoscere un po’ di storia – quella scritta sui libri di storia, mica quella scritta nei bigini di partito – per rendersi conto del sapore fascista di questa ampia operazione. E, badate bene, è un fronte comune che non si riesce a cementare contro Casapound o Forza Nuova, è un fronte comune che poi si sgretola quando capita un politico qualsiasi che inneggia a Hitler e Mussolini.

Un bel pezzo del mondo dell’informazione ha trovato unità di intenti contro Conte e il Movimento 5 Stelle

Un bel pezzo del mondo dell’informazione ha trovato unità di intenti contro Conte e il M5S, eleggendo Di Maio (che fino a ieri era il “bibitaro”) come loro novello Cavour. Non riescono semplicemente a dire che Mario Draghi dovrebbe rimanere perché lo ritengono indispensabile per il Paese – posizione legittima e politica – il loro compito è distruggere l’avversario. Poi con calma distruggeranno quella che ritengono l’estrema sinistra (Leu in primis), poi i “dissidenti” del Partito democratico che hanno collaborato con il nemico e infine ce l’avranno fatta: qualsiasi partito che si occupi di istanze sociali sarà stato disinnescato.