Con i “Migliori” restano ancora chiusi gli ostelli della gioventù. E buona parte della responsabilità ricade sull’immobilismo del ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia. Al momento non si intravedono spiragli positivi sul destino di strutture che per decenni hanno accolto i giovani provenienti da ogni angolo del pianeta, prima di essere travolte dalla crisi. Certo, il problema è iniziato anni fa.
Il ministro Garavaglia si era offerto di trovare una soluzione per ostelli della gioventù
Ma, a parole, il ministro si era assunto l’impegno di affrontare la questione e cercare una soluzione in tempi relativamente brevi. Anche perché, stando un emendamento presentato in passato, la spesa sarebbe intorno al milione e 700mila euro, almeno per il primo anno. Una cifra non proibitiva.
Agli atti della Camera risultano risposte a interrogazioni e interpellanze, anche attraverso la sottosegretaria e collega di partito di Garavaglia, Vannia Gava. Ma non è stato completato nulla. Gli ostelli restano chiusi, uno degli ultimi a finire all’asta è stato quello di Trieste. Qualche mese fa è partito l’iter per la vendita. E l’elenco di strutture “abbandonate” è lunga, visto la crisi del settore che ha condotto dritti all’avvio della procedura fallimentare.
Di cosa si parla nel dettaglio? La vicenda riguarda l’Associazione italiana alberghi per la gioventù (Aig), che gestiva gli ostelli. Con il tracollo definitivo, sono finiti in bilico pure i 200 posti di lavoro in bilico, senza dimenticare il rischio di dilapidare un patrimonio economico e culturale. Due anni fa l’Aig aveva provato a opporsi alla procedura per il fallimento, poi è arrivata la pandemia che ha assestato il colpo di grazia.
A Montecitorio, dal Movimento 5 Stelle, con Francesca Galizia, al Pd, con Stefania Pezzopane e Antonella Incerti, fino a Forza Italia con Fucsia Fitzgerald Nissoli, sono state presentate nuove interrogazioni per sollecitare un’azione da parte di Garavaglia. L’evoluzione della vicenda “sta determinando il graduale licenziamento di oltre 200 persone; occorre, inoltre, evidenziare le pesanti ricadute per l’indotto dovute alla messa in vendita dell’ingente patrimonio immobiliare dell’ente, nonché alla dismissione del suo importante brand nazionale ed internazionale”, ricorda Galizia del M5S.
Nell’atto presentato alla Camera, sottolinea: “In fase di conversione del decreto-legge Salva imprese (con il Conte bis, ndr), fu approvata all’unanimità, in Commissioni riunite al Senato, una norma che introduceva misure urgenti a salvaguardia del valore e delle funzioni dell’ente”.
L’intervento fu successivamente stralciato “con l’impegno assunto dal Governo a ripresentarlo in un successivo provvedimento”. A luglio la sottosegretaria Gava ha spiegato che l’orientamento, per risolvere la questione, era quello già espresso in precedenza con “la soppressione dell’Aig e la costituzione di un nuovo ente” e “con la nomina di un commissario straordinario al fine di curare il trasferimento dei beni e delle funzioni al nuovo ente e definire i rapporti pendenti”.
Da allora sono trascorsi vari mesi e per gli ostelli della gioventù e non è cambiato nulla. “Si parla di servizi e posti di lavoro a rischio”, dice a La Notizia Antonio Lombardo, esponente di FacciamoEco, che sulla questione ha già presentato vari atti. “Finora – aggiunge – è mancata la volontà politica di risolvere il problema, è un fatto oggettivo”. E per il futuro? “Noi presenteremo altri emendamenti, ma il governo che fa? Qual è il suo orientamento?”, si chiede Lombardo. Una domanda a cui Garavaglia dovrà rispondere con i fatti. Non più con le promesse.