Otto marzo: la festa serve agli uomini

Cover_FineMaschio.qxp:Cover CdF 14x21di Roberta Maresci

La fiducia è donna. Dopo una serie di ripicche per i duecentomila anni passati in seconda fila, la rivoluzione è avvenuta. Per fortuna, non serve più a molto consumare giornate da trenta ore, dentro le ordinarie ventiquattro, per dimostrare che il mondo non è più solo per uomini. A furia di adattarsi e reinventarsi, lei è diventata di plastica e lui di cartone, con la differenza che la plastica si modella, mentre il cartone si rompe. Che la parità sia stata superata e che sia finita l’era del testosterone è tutto incastonato nei numeri che la giornalista americana Hanna Rosin ha appuntato nel saggio “La fine del maschio e l’ascesa delle donne” (Cavallo di Ferro, pag. 300, euro 15.90), nato come un articolo/cover story scritto per il magazine “The Atlantic”. I dati parlano chiaro: “Sei laureati su dieci e il 51% della forza lavoro è femmina, il 23% delle mogli guadagna più dei mariti, la metà dei quadri è donna. Nel mondo le donne dominano gli atenei e le scuole professionali in ogni continente tranne l’Africa. Delle quindici categorie professionali che cresceranno di più negli Stati Uniti nel prossimo decennio, dodici impiegano in prevalenza donne. Nelle zone più povere dell’India le donne stanno imparando l’inglese più velocemente degli uomini, per rispondere alla domanda di nuovi call center su scala mondiale. Le donne possiedono più del 40% delle imprese private in Cina, dove una Ferrari rossa è il nuovo status symbol di una donna imprenditrice. Nel 2009 gli islandesi hanno scelto Johanna Sigurdardottir come Primo ministro, eleggendo il primo capo di Stato donna dichiaratamente gay”, scrive la Rosin. Forse all’uomo non resta che rigenerarsi nel mito di Odisseo, gettando alle ortiche quello di Achille.

La parola all’autrice: Hanna Rosin
“In alcuni Paesi la nuova razza di donne di potere è arrivata come uno shock. Il Giappone è in uno stato di panico nazionale per gli «erbivori», la generazione di giovani uomini che rifiutano le relazioni e i rapporti sessuali e passano invece il loro tempo facendo giardinaggio, organizzando dessert-party e comportandosi in maniera fumettisticamente femminile. Le donne autoritarie di cui probabilmente sono troppo spaventati sono conosciute come «carnivore» o «cacciatrici». In Brasile sono proliferati gruppi di stampo religioso, conosciuti come «Uomini in lacrime», che hanno l’obiettivo di consolare il crescente numero di uomini le cui mogli fanno più soldi di loro. Nella classe istruita il nuovo potere economico delle donne ha prodotto invece una rinascita del matrimonio. Le coppie di laureati sono andate oltre la parità e hanno inventato i «matrimoni altalena», dove la spartizione delle responsabilità economiche può essere 40-60 o 80-20, per rovesciarsi uno o due anni dopo, dando a ciascuno dei partner una chance di soddisfazione”.