Abdullah al-Kurdi ha perso due figli che teneva stretti a sé con il barcone che si è capovolto. Il padre del piccolo Aylan, il bimbo siriano di tre anni trovato senza vita sulla spiaggia di Bodrum, diventato il simbolo della tragedia sull’immigrazione, oggi ha parlato na Radio Rozana, una stazione radiofonica siriana: “Ho tentato di salvare i miei ragazzi, ma non c’è stato nulla da fare. Li stringevo entrambi quando la barca si è capovolta, ma un’onda alta prima ha ucciso mio figlio più grande, Galip, e poi si è presa il più piccolo”.
L’uomo aveva già provato senza successo la traversata in mare verso l’Europa. “Stavolta ero riuscito, con l’aiuto di mia sorella e mio padre, a mettere insieme 4mila euro per fare questo viaggio”, ha spiegato Abdullah, “Improvvisamente abbiamo visto il trafficante turco saltare in mare e ci hanno lasciati soli a lottare per le nostre vite. Sono restato tre ore in mare fino all’arrivo della guardia costiera turca”. Secondo i media canadesi, Abdullah e la sua famiglia avevano chiesto asilo in Canada prima di tentare il tragico viaggio, ma la richiesta era stata respinta. Le autorità turche, intanto, hanno arrestato quattro persone sospettate di responsabilità nella morte di Aylan.