Parte la battaglia sulla rete: Vivendi complica il rebus Tim

Vivendi chiede un’assemblea straordinaria per l’offerta di Kkr sulla Netco di Tim: il rebus si complica e si rischia una battaglia legale.

Parte la battaglia sulla rete: Vivendi complica il rebus Tim

Che la battaglia abbia inizio. Gioca a carte scoperte Vivendi, la società francese che ribadisce i suoi dubbi sull’operazione del fondo Kkr sulla Netco di Tim. La società francese da tempo esprime perplessità, che ora ha esplicitato, ma la sua non è comunque una chiusura.

Ciò che vuole Vivendi è un coinvolgimento diretto nella decisione, in quanto primo azionista di Telecom. Nelle scorse ore, fonti vicine ai francesi hanno sottolineato che la posizione non è cambiata e che, secondo i vertici, la decisione sulla cessione della rete unica spetta esclusivamente all’assemblea straordinaria dei soci.

Vivendi prepara la battaglia sulla Netco di Tim

Giovedì il Cfo del gruppo, Francois Laroze, ha presentato agli analisti i risultati preliminari del terzo trimestre e ha detto con chiarezza che Vivendi vuole esprimere ufficialmente la sua posizione. Perché Tim dovrebbe “dare la possibilità a tutti gli azionisti di esprimere la propria posizione”.

Non una schiarita, anzi sembra un avvertimento chiaro quello lanciato dai francesi. Alla scadenza del 15 ottobre è arrivata l’offerta di Kkr per la Netco di Tim. La cifra, però, è al di sotto delle aspettative di Vivendi. Secondo quanto emerso negli scorsi giorni, parliamo di un valore di 20 miliardi a cui aggiungerne 3 come earn out per la futura integrazione con Open Fiber.

L’offerta è stata sdoppiata: il fondo statunitense ha preso più tempo su Sparkle, dossier sul quale ha presentato un’offerta non vincolante (secondo alcune voci solamente da 600 milioni) prendendo tempo fino al 20 dicembre per poi formulare, eventualmente, quella vincolante.

Francesi e statunitensi, posizioni ancora distanti

Vivendi, che è il maggior azionista di Telecom Italia con il suo 23,7%, ha sempre espresso dubbi sul valore dell’offerta di Kkr, ritenuta troppo bassa. La valutazione dei francesi per la rete si avvicina ai 30 miliardi, una cifra distante da quella offerta. E poi ci sono i dubbi anche sul destino dei dipendenti e sul debito della ServCo.

La partita è delicata anche per il governo: il ministero dell’Economia, infatti, punta a una quota del 20% nella Netco, con un investimento da 2,5 miliardi. Nella partita c’è anche F2i, con una partecipazione che dovrebbe essere del 15%.

Sul fronte italiano, per il momento, si prova a far trasparire serenità. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, commenta spiegando che “Vivendi valuterà l’offerta in tutti i suoi aspetti”, essendo “molto complicata e articolata”. Nei prossimi giorni potrebbe esserci un nuovo incontro tra il Mef e Vivendi e poi, a inizio novembre, si dovrebbe riunire il cda di Tim. Che, a questo punto, sa che ignorare la richiesta dei francesi di un’assemblea straordinaria potrebbe portare a uno scontro legale.