È iniziato lo scarica-Mario. Ma la partita per il Quirinale resta aperta. Confronto tra M5S, Lega e Pd su un nome condiviso. Ma l’intesa è ancora lontana

Come annunciato, nulla di fatto nella prima giornata in cui si è votato per eleggere il prossimo inquilino del Quirinale.

Come annunciato ai nastri di partenza nulla di fatto nella prima giornata in cui si è votato per eleggere il prossimo presidente della Repubblica (leggi l’articoloqui lo speciale della Camera). Il grosso dei partiti si è attenuto all’ordine di scuderia di consegnare schede bianche (672). Ma ieri è stata soprattutto l’ennesima giornata di incontri e di faccia a faccia tra i due schieramenti a caccia di un’intesa su un candidato condiviso. C’è il massimo riserbo sui risultati di questi colloqui ma tutti danno per scontato che bisognerà arrivare almeno alla quarta votazione – quando il quorum scenderà alla maggioranza assoluta – per immaginare un esito positivo.

MAZZIERE. Una giornata fitta di incontri è stata quella per il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha visto di buon mattino il premier Mario Draghi, poi il presidente di FdI Giorgia Meloni, il segretario dem Enrico Letta e infine il presidente M5S, Giuseppe Conte. Il leader della Lega non vuole rinunciare al ruolo di mazziere nella partita quirinalizia e sta lavorando a una rosa di nomi che possa trovare il consenso anche del Pd e del M5S, oltre che quello del centrodestra, Ma anche Silvio Berlusconi vuole essere della partita e al momento opportuno dirà la sua. Fitto riserbo sull’incontro tra Draghi e Salvini. Secondo alcune indiscrezioni il presidente del Consiglio avrebbe espresso preoccupazione sull’eventualità di una impasse sul Quirinale che potrebbe avere ricadute sui mercati. E avrebbe posto l’accento sulla necessità che il quadro politico resti stabile.

Salvini continua da parte sua a nutrire riserve sull’eventualità di un trasloco di Draghi. Come parte di Forza Italia del resto. Antonio Tajani, che ieri ha visto Conte, chiede che non ci siano “veti sui candidati di centrodestra” e stoppa di nuovo l’ipotesi che Draghi possa trasferirsi al Quirinale. “Il premier – mette in chiaro –è “l’unico garante di questo governo di unità nazionale”. Troppo alto il timore che il Paese precipiti in una crisi al buio e si corra verso elezioni anticipate. Frena su Draghi anche il leader di Italia viva. Matteo Renzi spiega che Draghi al Quirinale “è una delle ipotesi in campo ma sta in piedi solo in un quadro di accordo politico. L’elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica ma è una scelta politica e prevede un accordo sul Governo del dopo. Draghi è una ipotesi in campo, non è la sola”. Ma non solo Salvini si sarebbe distinto per il suo attivismo.

L’ATTIVISMO DELL’EX BANCHIERE. Dopo aver incontrato il leader della Lega l’ex banchiere avrebbe avuto anche un colloquio con Letta. Anche qui massimo riserbo sui contenuti. Lungo e cordiale sarebbe stato, invece, l’incontro tra Salvini e Letta. “Con il faccia a faccia si è aperto un dialogo: i due leader stanno lavorando su delle ipotesi e si rivedranno domani (oggi, ndr)”, riferiscono note della Lega e del Pd. “Nell’incontro tra Conte e Salvini c’è stata totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese”, riferiscono fonti pentastellate al termine del vertice.

A sparigliare un po’ le carte è Meloni che, nel corso della riunione dei grandi elettori di Fdi, propone di inserire Carlo Nordio (leggi l’articolo) nella rosa dei candidati del centrodestra: “Ho chiesto di allargare alle personalità che non hanno un trascorso politico e per questo abbiamo aggiunto il nome di Nordio, su cui ci pare difficile che si possano muovere obiezioni”. Replica Nordio: “Domine non sum dignus”. Signore, non sono degno.

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