Fumata nera per il Quirinale. Tra veti incrociati e schede bianche: archiviata la prima votazione. Trattative a oltranza tra i partiti in vista della seconda giornata

Arriva la prima fumata nera per il Quirinale. Tra veti incrociati e schede bianche: il Parlamento ha archiviato la prima votazione.

Arriva la prima fumata nera per il Quirinale. Tra veti incrociati e schede bianche: il Parlamento ha archiviato la prima votazione (leggi l’articoloqui la diretta della prima giornata) per l’elezione del successore di Sergio Mattarella. Oggi il quorum per far scattare l’elezione del capo dello Stato era di 672 voti, pari ai 2/3 dei componenti del Parlamento integrato dai delegati delle Regioni (qui lo speciale della Camera). Dopo il terzo scrutinio sarà sufficiente, invece, la maggioranza assoluta. In vista del bis di domani fervono, intanto, le trattative tra i partiti.

>> Risultati primo scrutinio delle elezioni del Presidente della Repubblica: tutti i voti e i nomi <<

Durante la prima votazione sono state espresse preferenze per Mattarella, Berlusconi, Maddalena e Bossi. Ma anche per il direttore di Chi e conduttore del Grande fratello, Alfonso Signorini, per lo storico Alessandro Barbero, per il conduttore de La zanzara, Giuseppe Cruciani, per il patron della Lazio Claudio Lotito, ma anche per Amadeus, Piero Angela e Bruno Vespa.

LA DIRETTA > Elezioni Presidente della Repubblica, la diretta della votazione dalla Camera

La diretta video della votazione

La prima chiamata in questo lunedì 24 gennaio è iniziata a Montecitorio a partire dalle 15. Alla Camera i 1.008 grandi elettori sono suddivisi per gruppi, con un massimo di 200 parlamentari ammessi contemporaneamente in Aula. Dunque, ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica saranno i 1.008 grandi elettori315 senatori, a cui si aggiungono i 6 senatori a vita629 deputati e 58 delegati regionali, 3 per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha 1. Per eleggere il nuovo Capo dello Stato è necessario raggiungere nei primi tre scrutini il quorum dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, vale a dire 672 voti. Dal quarto scrutinio in poi, basterà raggiungere la maggioranza assoluta dei votanti, quindi 504 su 1.008. Il numero di voti necessari tiene conto della morte del deputato di Fi, Vincenzo Fasano. Il suo successore a Montecitorio, cioè la forzista Rossella Sessa, verrà proclamato domani in Aula.

Elezione presidente della Repubblica: i candidati

Non c’è ancora un nome che possa mettere d’accordo tutti, quindi difficilmente il prossimo Presidente della Repubblica sarà eletto nel corso delle prime tre tornate. Secondo i primi sondaggi si potrà avere il successore di Mattarella probabilmente a partire dalla quarta chiamata, quando invece basterà la maggioranza assoluta con l’asticella che è quella dei 505 grandi elettori.

Ecco i nomi individuati dai partiti e che sono usciti alla vigilia dell’elezioni del presidente della Repubblica:

  • Elisabetta Belloni non fa parte di un partito politico specifico. Ha avuto ruoli istituzionali con governi sia di destra sia di sinistra. Viene considerato come un profilo politico “indipendente”. La sua carriera politica, istituzionale e diplomatica è sempre stata neutrale.
  • Pier Ferdinando Casini, laureato in giurisprudenza alla fine degli anni 70, è in politica da 40 anni. Inizia la sua attività politica nella Democrazia Cristiana, per poi appoggiare prima Berlusconi e poi il governo Monti. Casini è il cofondatore del Centro cristiano democratico e oggi siede nel Gruppo Autonomie.
  • Andrea Riccardi è un uomo che ha una lunga militanza laica nella Chiesa. Fondatore della comunità di Sant’Egidio, è un accademico con diverse onorificenze. Esperienza in campo umanitario, dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013 è stato ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione con deleghe alla famiglia ed alle pari opportunità con il governo Monti.
  • Carlo Nordiol’ex magistrato candidato al Quirinale, è l’ultimo nome proposto da Giorgia Meloni. Carlo Nordio Trevigiano, classe 1947,  entra in magistratura nel 1977 ed è stato titolare di alcune indagini ed inchieste storiche. Nel panorama istituzionale è stato Consulente della Commissione Parlamentare per il terrorismo e le stragi, Presidente della Commissione per la riforma del codice penale e Coordinatore della Commissione di studio di Palazzo Chigi e del Ministero per gli affari regionali sullo status degli amministratori locali.