Pax mafiosa a Ostia. Condannata a 6 anni e 8 mesi l’avvocatessa che organizzò il summit tra Casamonica e Diabolik

L'avvocato Lucia Gargano è stata condannata in abbreviato, per concorso esterno in associazione mafiosa, a 6 anni e 8 mesi di carcere.

Pax mafiosa a Ostia. Condannata a 6 anni e 8 mesi l’avvocatessa che organizzò il summit tra Casamonica e Diabolik

Dopo la caduta del clan Spada e il successivo vuoto di potere, per evitare una guerra di mafia a Ostia, i clan si sono accordati per una “pax mafiosa”. Un incontro top secret che è stato reso possibile grazie all’intervento dell’avvocato Lucia Gargano che proprio per quei fatti è stata condannata, per concorso esterno in associazione mafiosa, a 6 anni e 8 mesi di carcere nel corso del processo celebrato in abbreviato a Roma.

Una pena che, come chiesto dai pubblici ministeri della Capitale, poteva essere addirittura più pesante vista la richiesta a 9 anni di reclusione. Un procedimento in cui sono coinvolti anche Salvatore Casamonica e l’avvocato Angelo Staniscia, già difensore di Roberto Spada, che, a differenza della Gargano, hanno optato per il rito ordinario.

La vicenda risale al dicembre 2017 quando nel litorale mafioso la tensione tra clan rivali era salita ben oltre il livello di guardia. A contendersi il territorio di Ostia c’erano i reduci del clan Spada, dilaniato da numerosi arresti, e i rivali legati a Marco Esposito detto “Barboncino”. Proprio per evitare che dalle parole si passasse ai fatti, a prendere in mano la situazione sono stati Fabrizio Piscitelli, l’ex leader degli Irriducibili soprannominato Diabolik e ucciso con un colpo alla testa il 7 agosto del 2019, il boss Salvatore Casamonica e la giovane – quanto insospettabile – avvocatessa.

Stando a quanto ha scritto il gip Corrado Cappiello nell’ordinanza di custodia cautelare, il “Casamonica e la Gargano ricoprivano il ruolo di plenipotenziari del clan Spada con lo scopo, poi realizzato, di porre fine agli atti intimidatori perpetrati nei confronti del sodalizio”. Un summit che si è concluso con l’ormai famosa pax criminale e in cui, prosegue l’atto, “Piscitelli rappresentava gli interessi del gruppo” dei cosiddetti napoletani, “capeggiato da Esposito” e in cui a fare da mediatrice è stata la Gargano che “svolgeva il fondamentale ruolo di trait d’union” prosegue l’ordinanza “tra Carmine Spada detto Romoletto e Piscitelli, i quali non potevano incontrarsi perché il primo era sottoposto ad obbligo di dimora nel comune di Roma e il secondo alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Grottaferrata’’.