“Pechino si prepara alla guerra incrementando il proprio arsenale nucleare più di qualsiasi altro Paese al mondo”: il Sipri lancia l’allarme

“Pechino si prepara alla guerra incrementando il proprio arsenale nucleare più di qualsiasi altro Paese al mondo”: il Sipri lancia l’allarme

“Pechino si prepara alla guerra incrementando il proprio arsenale nucleare più di qualsiasi altro Paese al mondo”: il Sipri lancia l’allarme

La Cina di Xi Jinping sta incrementando il proprio arsenale nucleare a un ritmo senza precedenti. È quanto emerge dal rapporto annuale pubblicato oggi, 16 giugno, dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), secondo cui Pechino ha aggiunto circa 100 nuove testate nucleari solo nell’ultimo anno, portando il totale a oltre 600. Nessun altro Paese ha registrato una crescita tanto rapida.

Il dato è particolarmente significativo perché si inserisce in un contesto di apparente stabilità per gli altri arsenali mondiali. Secondo il Sipri, infatti, le principali potenze nucleari — Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito — mantengono numeri pressoché invariati. Ma la Cina rappresenta un’eccezione netta, avviando non solo una corsa quantitativa, ma anche una profonda trasformazione tecnologica.

“Stiamo assistendo a un importante aggiornamento industriale, dalle fabbriche agli impianti di riprocessamento e ai centri di simulazione utilizzati per certificare e sviluppare nuove armi”, ha spiegato Hans Kristensen, ricercatore senior associato al programma sulle armi di distruzione di massa del Sipri e direttore del Progetto di informazione nucleare della Federazione degli scienziati americani.

La strategia cinese va ben oltre il semplice aumento numerico: Pechino sta costruendo un sistema nucleare sempre più sofisticato, capace di rafforzare la propria posizione nella deterrenza globale.

Il fattore India e l’incertezza in Asia

Il rapporto del Sipri sottolinea anche la reazione degli altri attori regionali. In particolare, l’India starebbe intensificando lo sviluppo di missili a lungo raggio in grado di colpire l’intero territorio cinese. Un’escalation tecnologica che rischia di innescare nuove tensioni strategiche nel continente asiatico.

A rendere il quadro ancora più instabile è la crescente incertezza sul ruolo degli Stati Uniti nella sicurezza della regione. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca — si legge nel rapporto — sta alimentando il dibattito sul deterrente nucleare in Paesi come Giappone e Corea del Sud, storicamente sotto l’ombrello della protezione americana.