Pensioni, giù le mani dal Tfr. Tutti contro il piano Durigon

Dopo il fallimento di Quota 103, il Carroccio propone di uscire dal lavoro a 64 anni rinunciando alla liquidazione

Pensioni, giù le mani dal Tfr. Tutti contro il piano Durigon

Avrebbero dovuto abolire la Fornero. Non ci sono riusciti. E ora dopo che anche la famosa Quota 103, ovvero in pensione a 62 anni con 41 di contributi, per loro stessa ammissione, si è rivelata un fallimento, cercano nuove strade originali e pericolose. Nel 2024 sono state 1.153 le persone uscite dal lavoro con la Quota 103. Nel 2023, le pensioni liquidate con questo sistema erano poco più di 23mila.

Durigon: utilizzare il Tfr come rendita per uscire dal lavoro a 64 anni

L’idea lanciata dal sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon è oggi quella di utilizzare il Tfr come rendita per uscire dal lavoro a 64 anni. “Vogliamo estendere la possibilità volontaria di andare in pensione a 64 anni con 25 di contributi, ora prevista per chi sta nel sistema contributivo, a tutti i lavoratori, quindi anche a quelli che hanno cominciato prima del 1996 e stanno nel sistema misto. Il tutto volontariamente e con una novità. La possibilità, sempre su base volontaria, di usare anche il Tfr presso l’Inps come rendita per raggiungere la soglia minima di pensione, pari a tre volte l’assegno sociale (1.616 euro), che dà accesso alla pensione a 64 anni”, ha spiegato Durigon al Corriere della Sera.

Il lavoratore uscirebbe a 64 anni, ma rimettendoci la liquidazione? “Non va vista così, ma come una possibilità, per chi vuole ma non ha una pensione sufficiente per uscire prima, di raggiungere questo risultato, utilizzando il Tfr”, ha replicato il sottosegretario leghista.

Opposizioni e sindacati non ci stanno

Ma opposizioni e sindacati non ci stanno. “L’idea del sottosegretario leghista al Lavoro Durigon di usare il Tfr come rendita per andare in pensione a 64 anni è irricevibile e, laddove dovesse tradursi in una proposta concreta, la contrasteremo con ogni mezzo in tutte le sedi. Durante l’ultima campagna elettorale la destra ha promesso agli italiani che avrebbe abolito la legge Fornero, poi una volta al Governo ha battuto in ritirata e adesso dice ai lavoratori: se volete uscire prima dal lavoro pagate di tasca vostra. Tutto questo è ridicolo”, ha affermato la vicepresidente di Palazzo Madama Mariolina Castellone (M5S).

Il M5S promette: contrasteremo la proposta in tutte le sedi

“Peraltro, se tale proposta passasse – ha concluso Castellone – coloro che si trovano nel sistema misto verrebbero doppiamente penalizzati: oltre a perdere la liquidazione, il loro assegno verrebbe calcolato con il metodo contributivo, il che significa importi decisamente più bassi del dovuto. Una vera follia. La ministra Calderone ha qualcosa da dire al riguardo?”. Il Pd chiede che il governo spieghi in Parlamento tale proposta. “Il sottosegretario Durigon propone di usare i soldi del Tfr per consentire l’anticipo della pensione a 64 anni. Omette di specificare che quelli sono soldi dei lavoratori e dunque da parte del governo sarebbe una manovra a costo zero. Nessuna restituzione, nessun effettivo superamento della Fornero. Una misura spot che potrebbe essere persino ritenuta poco conveniente dai lavoratori vicini alla pensione. Chiediamo che prima delle interviste sui giornali, il governo venga in Parlamento a spiegare che vuole fare sulle pensioni e dia continuità al tavolo con i sindacati”, ha detto il deputato dem Arturo Scotto.

“La smettano di fare propaganda sulla pelle di chi lavora. Sono tre anni che lanciano proposte senza spiegare il dettaglio. È una modalità irresponsabile che mette in fibrillazione i lavoratori che hanno bisogno di certezze sul proprio futuro”, ha affermato da Avs il deputato Franco Mari.

Cgil: giù le mani dal Tfr, giù le mani dai diritti dei lavoratori

‘’Il Governo continua a non dire la verità sulle pensioni e propone soluzioni che non hanno alcun senso. L’idea di utilizzare il Tfr per garantire la flessibilità in uscita è profondamente sbagliata: significherebbe far pagare direttamente a lavoratrici e lavoratori il costo della pensione anticipata. Ma il Tfr non è un fondo da usare a piacimento, è salario differito, parte integrante della retribuzione, e toccarlo vuol dire colpire diritti certi conquistati con il lavoro”, ha dichiarato Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, all’AdnKronos.