Pensioni, Landini avverte la Meloni: “Ridurre l’assegno non è percorribile”

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, boccia fermamente l'ipotesi di pensionamento anticipato a 58/59 anni.

Sulle pensioni la Cgil avverte il governo che verrà. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, boccia fermamente l’ipotesi di pensionamento anticipato a 58/59 anni con riduzione del 30% dell’assegno attribuita alla presidente di FdI, Giorgia Meloni.

Landini: “Mandare in pensione le persone riducendogli l’assegno non mi pare sia una grande strada percorribile”

“Mandare in pensione le persone riducendogli l’assegno non mi pare sia una grande strada percorribile”, ha detto il leader della Cgil a margine dell’assemblea nazionale dei delegati della Fillea-Cgil a Milano.

“Quello che si sta determinando in questi anni – ha spiegato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini – è che la precarietà ha impoverito le persone, perché si può essere poveri lavorando, e sta mettendo in discussione anche il futuro dei diritti sociali del nostro Paese”.

“Credo – ha aggiunto Landini parlando di pensioni – che il tema sia quello di affrontare la complessità del sistema pensionistico. Credo poi che ci sia un altro tema di fondo per dare un futuro pensionistico a tutti i lavoratori: bisogna combattere la precarietà”.

Per il segretario generale della Cgil serve “una riforma complessiva”

Sul tema delle pensioni il segretario generale della Cgil vede la necessità di “una riforma complessiva”. È a suo avviso “un tema che secondo noi deve essere affrontato” perché “se non si fa nulla, dal 1 gennaio del 2023 ritorniamo a una situazione peggiore, che porta tutti ad uscire oltre i 67 anni di età e così non è accettabile”.

“Insieme a Cisl e Uil – ha ricordato Landini – abbiamo presentato una piattaforma sia al Governo Draghi sia al Governo Conte e la ripresentiamo anche al Governo Meloni. Bisogna mettere mano alla cosiddetta ‘riforma Fornero’ perché i giovani oggi, con la precarietà che c’è sul lavoro, non hanno un futuro previdenziale”.

Tra le proposte dei sindacati Landini ricorda “la pensione di garanzia per i giovani e riconoscere la diversità che c’è tra i vari lavori”. “Non ci può essere un’età di uscita unica per tutti – indica ancora Landini – c’è bisogno di riconoscere le differenze di genere, affrontando il problema delle donne che sono state penalizzate”.