Per i Ris David Rossi si suicidò. Ma un video è scomparso

Ancora troppi gli interrogativi sul caso David Rossi. Così la morte dell'ex capo della comunicazione di Mps è ancora un mistero.

Per i Ris David Rossi si suicidò. Ma un video è scomparso

L’ex capo della comunicazione di Mps, David Rossi, volato da una finestra di Palazzo Salimbeni il 6 marzo 2013 (qui tutti gli articoli sul caso), secondo le conclusioni della maxi perizia ordinata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta al Ris dei Carabinieri (leggi l’articolo), si tolse la vita, lasciandosi cadere nel vuoto, ma gli interrogativi su quanto accadde quella sera a Siena restano ancora troppi.

David Rossi, ancora molti gli interrogativi. Così la morte dell’ex capo della comunicazione di Mps è ancora un mistero

Nel caso Rossi giocano un ruolo importante le immagini registrate dalle telecamere. La logica avrebbe voluto che fossero immediatamente acquisiti tutti i filmati registrati dalle telecamere posizionate lungo il perimetro di Palazzo Salimbeni e, in particolare, nel vicolo dove si è consumata la tragedia, ma questo non è stato fatto.

Un filmato mostra due persone. È stato acquisito e poi cancellato

Esiste un solo filmato, ma, lo si scopre solo ora, all’inizio erano due. Uno – quello registrato dalla telecamera 6 – ritrae la parte finale della caduta di David Rossi (qui il video), ma si interrompe diversi minuti prima dell’arrivo dei soccorsi. L’altro – registrato in questo caso dalla telecamera 8 -, invece, mostra due soggetti che 2 minuti dopo la caduta di Rossi escono da piazza dell’Abbadia, a due passi da vicolo di Monte Pio dove è stato poi trovato il corpo del dirigente di Mps.

“Un video tenuto fino ad ora segreto e già trasmesso alla procura di Genova – spiega il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, Pierantonio Zanettin – perché contrasta con tutti gli atti processuali in cui era stato detto che c’era un unico video relativo ai momenti successivi alla caduta di Rossi”.

“Sul video – ha aggiunto Zanettin – la procura ha già fatto accertamenti rispetto al fatto se le due persone potessero essere in qualche modo coinvolte. Si trattava di due dipendenti che uscivano da lavoro, ma resta sorprendente che questo video che era stato acquisito in una chiavetta da 8 giga sia stato cancellato. Rispetto a questo, sulla cancellazione, si potrebbe ipotizzare il falso per soppressione. Non sappiamo chi l’abbia cancellato”.

Non furono acquisiti i dati delle celle telefoniche intorno alla sede di Mps

Un’altra anomalia riguarda la mancata acquisizione dell’elenco dei cellulari che nei minuti successivi e precedenti alla morte di David Rossi si trovavano in quella stessa zona. Così come la Procura di Siena, nell’immediatezza dei fatti, non acquisì i tabulati telefonici di tutto il personale che quella sera si trovava nella sede della banca.

Le ferite sul corpo di David Rossi restano incompatibili con il suicidio

Sul corpo di David Rossi sono state trovate numerose ferite su cui non si indagò adeguatamente perché la prima autopsia – quella in cui solitamente si compiono analisi irripetibili – fu lacunosa e molto superficiale, tanto da rendere necessaria una successiva riesumazione.

Secondo la perizia medico-legale depositata in Commissione, le lesioni sul volto di Rossi non sono in alcun modo compatibili con la caduta. Ma non solo. La ferita individuata sul dorso della mano, come sostiene anche il medico legale dei familiari, sarebbe compatibile con un afferramento e una rotazione. Dunque con un’aggressione.

“Il complesso lesivo a carico del volto, il quadro escoriativo a carico della superficie dorsale del polso sinistro – si legge nelle perizia -, l’ecchimosi in corrispondenza della superficie volare di braccio destro, il complesso ecchimotico presente in corrispondenza del versante volare di avambraccio destro. Per tali lesività non possiamo escludere meccanismi traumatici differenti”.

Gli errori commessi sulla scena del crimine

Sulla scena del crimine, cioè tra le mura dell’ufficio di David Rossi, vengono commessi una serie di errori macroscopici. La stanza viene isolata dalla polizia scientifica diverse ore dopo il fatto e l’accesso di molti soggetti. I vestiti che indossava Rossi sono stati distrutti senza mai essere analizzati. Stessa sorte è toccata anche ad alcuni fazzoletti di carta sporchi di sangue e rinvenuti nel cestino dell’ufficio.

Rossi poteva essere salvato?

Un ultimo aspetto riguarda la circostanza che David Rossi poteva essere salvato. Dal video della caduta è evidente che il giornalista rimase in agonia per ventidue interminabili minuti prima di esalare l’ultimo respiro. In quello stesso video appare la sagoma di uomo che – telefono in mano – guarda Rossi a terra e se ne va, senza avvisare i soccorsi che verranno allertati circa 40 minuti dopo, quando ormai non c’è più nulla da fare.

Il legale della famiglia: “Le indagini fatte fino ad oggi sono state semplicemente ridicole”

“Dal lavoro della commissione emerge una novità importante: un video di sorveglianza inedito che ritrae due soggetti uscire da un’uscita secondaria della Banca, solo 2 minuti dopo la caduta di Rossi. Il video risulta essere stato acquisito e poi cancellato. A questo si sommano lesioni al braccio e al volto assolutamente non spiegabili con l’ipotesi di una caduta per defenestramento” ha detto all’Adnkronos l’avvocato Carmelo Miceli, legale di Antonella Tognazzi, moglie di David Rossi e della figlia di lei, Carolina Orlandi.

“Dichiarazioni di decine di soggetti – continua Miceli – smentite dal contenuto di video cancellato. Foto hard con soggetti non ancora identificati cancellato dal portatile in uso al Rossi. Queste sono solo alcune delle cose che stanno emergendo in modo gravissimo dalla conferenza stampa che la Commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi stanno tenendo sugli esiti della Consulenza tecnica redatta da Ros, Ris e Racis”.

“Cosa altro deve accadere affinché chiunque, per primi i pm di Siena, riconoscano che le indagini che sono state fatte fino ad oggi sono state semplicemente ridicole?”, continua il legale della famiglia Rossi. “Davvero queste cose dovevano essere scoperte da una commissione d’inchiesta e non dalla Procura della Repubblica? – conclude Miceli – La Procura di Siena ritiene ancora di non dovere riconoscere i propri errori e di non dovere tornare a eseguire nuove indagini?”.

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