La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) propone di dotare ogni scuola di un infermiere scolastico con un ruolo proattivo rispetto alla salute degli alunni. Un infermiere che di fatto c’è già: è l’infermiere di famiglia e comunità. “Il referente – afferma la stessa Federazione – farà da riferimento per un contatto diretto con il dirigente scolastico o un suo incaricato (referente scolastico per Covid19) e con il medico che ha in carico il paziente. Ciò che in Europa fanno, appunto gli infermieri”.
“Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e l’Istituto superiore di Sanità – spiega la Fnopi – parlano chiaro per la riapertura delle scuole. Il primo ponendo tra gli organici degli istituti per il controllo sanitario l’infermiere scolastico, figura già istituita per legge in Spagna, diffusa regolarmente negli Stati Uniti e comune a molti altri paesi europei. Il secondo prevedendo che, ferme restando le competenze di diagnosi e cura dei medici, sia identificato un referente scolastico per il Covid-19 adeguatamente formato, che tenga un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, richieda la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnali eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19. E lo identifica dal punto di vista della salute anche tra assistenti sanitari, infermieri, medici presenti nei dipartimenti di prevenzione con il compito, in collegamento funzionale con i medici curanti degli alunni, di supportare la scuola e i medici curanti per le attività del protocollo per l’assistenza a scuola”.
“Domani (oggi, ndr) – ha detto la presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche Barbara Mangiacavalli – il ministro della Salute Roberto Speranza parteciperà a una Conferenza internazionale promossa dall’Oms Europa che ha all’ordine del giorno proprio la riapertura delle scuole. L’obiettivo è dare indicazioni su procedure che potranno essere condivise, al di là delle differenti situazioni dei Paesi dell’Unione. In questo ambito valgono le considerazioni dell’ECDC e il modello disegnato dall’ISS. E la nostra Federazione assicura la massima collaborazione alle istituzioni per consentire una riapertura in sicurezza delle scuole”.
“L’infermiere scolastico – aggiunge Mangiacavalli – promuove la salute: aiuta gli individui ad avere i mezzi e le conoscenze per un maggior controllo sul loro livello di salute. Avere un professionista infermiere a scuola garantisce il rispetto dei diritti di tutela alla salute e diritto allo studio; trasmette una maggiore sicurezza ai genitori che vedono preso in carico globalmente il proprio figlio e si riduce l’assenteismo dovuto alla somministrazione delle terapie”.
“Secondo l’ American Academy of Pediatrics – aggiunge – gli infermieri scolastici moderni, valutano i problemi di salute, assistono gli studenti con speciali esigenze di assistenza sanitaria, partecipano alla gestione delle emergenze e delle situazioni urgenti, gestiscono lo screening sanitario, l’immunizzazione e la segnalazione di malattie infettive, identificano e gestiscono i bisogni di assistenza sanitaria cronica. Inoltre, gli infermieri scolastici – conclude Mangiacavalli – sono i principali operatori sanitari per gli studenti che vivono in aree rurali e disagiate a cui manca l’accesso all’assistenza sanitaria e svolgono un ruolo fondamentale nella comunità per identificare bisogni sanitari insoddisfatti e favorire la relazione tra salute e istruzione”.