Petrolio ai minimi dal 2009. Nuovi record per le Borse. Ormai vicina la parità tra euro e moneta Usa. Atteso già oggi il rialzo dei tassi del dollaro

Non chiamatelo più oro nero. Il prezzo del petrolio continua a perdere quota e ieri ha rivisto i minimi dalla primavera del 2009, con il barile a New York (Wti) sceso sotto la soglia dei 43 dollari. Un trend al ribasso che solo nell’ultima settimana ha fatto perdere al greggio il 9,6% del valore. Non appaiono così impossibili le previsioni degli analisti che vedono un ribasso fino al pavimento dei 36 dollari al barile. Una tragedia per i produttori, che però continuano sostanzialmente a confermare i volumi estrattivi. E la chiusura di numerosi pozzi negli States non ha minimamente raffreddato quello che è un evidente eccesso di produzione. Oggi però è atteso un evento che potrebbe influire non solo sull’andamento dei prezzi del petrolio. Oggi e domani si riunisce infatti la Federal Reserve, che dovrebbe eliminare dal comunicato finale il riferimento alla “pazienza” nell’innalzare i tassi.

Proprio mentre la Banca centrale europea immette liquidità, in sostranza, l’equivalente Usa dell’istituto di Mario Draghi questa liquidità la toglie. Il banchiere centrale Janet Yellen però ci andrà con i piedi di piombo per non irrigidire l’economia a stelle e strisce che sta correndo ormai da almeno cinque anni. Così la volatilità sui mercati resta alta, anche se ieri le Borse del Vecchio Continente hanno chiuso generalmente poositive, con Milano in progresso dello 0,96% dopo aver superato quota 23mila punti, ai massimi da quattro anni. Nuovi record storici per il Dax di Francoforte, che è scattato in rally del 2,2%, superando la soglia di 12mila punti. Bene anche Parigi (+1,01%) e Londra (+0,94%). Eni ha pagato (ma meno di quanto avrebbe potuto) il calo del petrolio sommato alla presentazione venerdì scorso del piano strategico fortemente conservativo e del taglio del dividendo. Acquisti su Safilo, che ha presentato il nuovo piano e si attende ricavi tra 1,6 e 1,7 miliardi nel 2020. Continua invece la corsa di Fca: la casa auto sfiora i 16 euro a Piazza Affari. Bene intonata anche Atlantia, al traino dell’annuncio del Giubileo che porterà visitatori a Fiumicino e sulle autostrade.

L’euro ha ripreso quota in una fase comunque debole: la valuta europea ha chiuso sul dollaro a 1,0576 dopo aver toccato un nuovo minimo da 12 anni sui mercati asiatici a 1,0456 dollari. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha avviato la settimana stabile a 90 punti base, in linea con il differenziale tra Bonos spagnoli e titoli della Germania. Il rendimento del decennale italiano sul mercato secondario è all’1,16%. Approfittando della situazione, il Tesoro ha annunciato il collocamento di un nuovo titolo benchmark a 15 anni. Resta urgente la questione greca: Atene ha pagato una tranche da 584 milioni di rimborso al Fmi, ma la situazione con Berlino resta tesa dopo un incidente diplomatico tra del ministro delle Finanze, Varoufakis.