La storia è sempre la stessa: il petrolio scende e il prezzo della benzina si riduce molto lentamente. Il petrolio sale e i costi dei carburanti schizzano. Il rischio speculazione, quando si parla di benzina, è sempre dietro l’angolo. Anche quando le minacce, come la guerra in Iran e la possibile chiusura dello stretto di Hormuz, sono concrete. Le prime conseguenze si hanno sui prezzi del petrolio e del gas e, inevitabilmente, anche sulla benzina. Seppure il rally del petrolio si sia già fermato. Il Brent, infatti, scambia a 75 dollari al barile (-0,58%) mentre il Wti a 73 dollari (-1%). Nessun rincaro record, quindi, ieri.
Così per ora si attenua il timore che un blocco dello stretto di Hormuz possa portare il Brent fino ai 120 dollari al barile, come previsto da alcuni analisti. Brent e Wti, comunque, nelle scorse ore hanno raggiunto i massimi da gennaio, riducendo poi i guadagni. Dall’inizio del conflitto con i bombardamenti israeliani in Iran, il 13 giugno, il Brent è salito del 13% e il Wti del 10%.
Si ferma la corsa del petrolio, ma la benzina schizza a 2 euro
I rialzi delle quotazioni si sono registrati venerdì, ma le conseguenze si sono fatte sentire soprattutto ieri al distributore: i prezzi di benzina e gasolio hanno raggiunto i massimi da inizio aprile, con aumenti diffusi su tutta la rete. Secondo Staffetta Quotidiana, la benzina self service ha raggiunto 1,748 euro al litro, il diesel 1,670 euro. Sulle autostrade il prezzo medio è più alto con medie oltre i 2 euro per il servito. Il Codacons denuncia che il prezzo per la benzina in modalità servito ha sfondato anche la soglia dei 2,3 euro al litro in autostrada in diversi distributori e pure per il self ci si avvicina ai 2 euro.
Per Assoutenti, però, la guerra in Iran viene utilizzata come pretesto, “in assenza di impedimenti reali quali il blocco della produzione o la chiusura dello stretto di Hormuz”, per quelli che vengono definiti “fenomeni speculativi”. Uno studio realizzato con il Centro di formazione e ricerca sui consumi mostra i rincari record dei carburanti. E lancia l’allarme: con la chiusura dello stretto di Hormuz si potrebbe arrivare a un prezzo della benzina di 2,024 euro al litro, con 16,7 euro in più a pieno rispetto a inizio giugno, oltre 400 euro su base annua con due pieni al mese. E un eventuale rialzo delle tariffe energetiche del 10% può far aumentare la bolletta del gas di circa 120 euro annui e quella della luce di 61 euro. Anche se, per ora, il gas naturale ha invertito la rotta cedendo l’1% e attestandosi a 40,4 euro al megawattora. Ma la speculazione è sempre dietro l’angolo.