Petrolmafie Spa, 71 arresti e sequestri per un miliardo di euro. In manette anche la cantante ereditiera Ana Bettz

Tra i 71 arrestati nell'ambito dell'operazione Petrolmafie c'è anche la cantante ereditiera Ana Bettz, vedova del petroliere Sergio Di Cesare.

Petrolmafie Spa, 71 arresti e sequestri per un miliardo di euro. In manette anche la cantante ereditiera Ana Bettz

Scacco alle Petrolmafie con decine di arresti tra Lazio, Campania e Calabria. La Guardia di Finanza di Napoli, Roma, Catanzaro e Reggio Calabria, insieme ai finanzieri dello Scico e ai carabinieri del Ros, con il coordinamento dalle Direzioni distrettuali antimafia e dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, hanno eseguito provvedimenti cautelari a carico di 71 persone responsabili di associazione di tipo mafioso, riciclaggio e frode fiscale di prodotti petroliferi.

Petrolmafie Spa, 71 arresti e sequestri per un miliardo di euro. In manette anche la cantante ereditiera Ana Bettz

Nel corso dell’operazione sono stati compiuti anche sequestri di immobili, società e denaro contante per un valore che sfiora il miliardo di euro. Tra questi ci sono anche gli impianti della società petrolifera Max Petroli – ora Made Petrol Italia Srl – guidata dalla cantante Anna Bettozzi (nella foto), in arte Ana Bettz, vedova del petroliere Sergio Di Cesare.

Secondo le indagini condotte dall’Antimafia, c’era una vera e propria convergenza tra mafie e colletti bianchi per realizzare una frode fiscale nel settore degli oli minerali, sistema che veniva utilizzato anche per ripulire denaro frutto di altri traffici illeciti. Centrale il ruolo clan napoletano dei Moccia e di diverse ‘ndrine calabresi, (Piromalli, Cataldo, Abate, Pelle, Italiano, Bonavota, Anello e Piscopisani). Delle 71 misure cautelari eseguite oggi nell’ambito dell’operazione Petrolmafie, 23 sono state eseguite a Roma (10 in carcere e 13 ai domiciliari), 15 fermi a Catanzaro e 19 e in carcere e quattro ai domiciliari a Reggio Calabria.

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“L’operazione congiunta condotta oggi – ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri – dimostra come barriere, steccati, confini sono un problema degli Stati e delle procedure. Le mafie non hanno di questi problemi ma sono presenti dove c’è da gestire denaro e potere. Siamo riusciti a superare questo gap, che fortunatamente esiste essendo in democrazia perché contestualmente 4 Procure si sono trovate ad indagare sullo stesso oggetto che un indagato, intercettato, dice ‘ci sta fruttando più della droga’. Il filone di Catanzaro è un seguito di Rinascita Scott, è uno degli aspetti del riciclaggio della famiglia Mancuso di Limbadi ed è stata condotta dal Ros dei carabinieri e della Guardia di finanza”.

“L’attività di indagine ha dimostrato come si sviluppa il rapporto tra imprenditori e organizzazioni mafiose” ha detto, commentando ancora l’operazione sulle Petrolmafie, il procuratore di Roma, Michele Prestipino. “La parte romana dell’inchiesta – ha aggiunto – è molto intrecciata con quella della procura di Napoli e ha riguardato l’operatività di un gruppo imprenditoriale importante, radicato da molti anni nella capitale, che ha fatto pesare la sua presenza sul settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi. Seguendo le vicende di questo gruppo imprenditoriale è emersa la presenza, nemmeno tanto occulta, di personaggi legati a importanti gruppi di Camorra”.