Piccole e medie imprese. Il Jobs Act inizia a vedersi. La Cna rileva un boom di assunzioni a marzo: +8,5%

Troppo presto per valutare tutti gli effetti del Jobs Act, ma sul fronte dell’occupazione qualcosa si muove e come al solito a fare da battistrada per i nuovi trend sono gli artigiani e le piccole e medie imprese. I primi dati forniti dalla Cna, la maggiore associazione nazionale delle pmi rivelano che a marzo c’è stata un’impennare nelle assunzioni in questo segmento di aziende. A registrarlo è l’Osservatorio del lavoro della Cna, realizzato dal Centro Studi, che, mensilmente monitora un campione di oltre 20.500 imprese che occupano circa 127mila persone. Un balzo dell’8,6% sullo stesso mese del 2014: 3.245 assunzioni, 1.337 delle quali a tempo indeterminato.
È l’effetto combinato – spiega l’organizzazione guidata da Daniele Vaccarino – del Jobs Act, entrato in vigore il 7 marzo, e della decontribuzione inserita nella Legge di Stabilità.

La crescita è sostenuta dai contratti a tempo indeterminato, aumentati del 54,6%, che rappresentano ormai il 41,2% delle modalità di assunzione, contro il 28,9% di un anno fa. All’interno del tempo indeterminato, crescono soprattutto le assunzioni a tempo pieno, quasi raddoppiate in un anno: +86%. Sono diminuite le assunzioni con altre tipologie contrattuali: – 8,3% il tempo determinato, – 18,5% l’apprendistato. L’Osservatorio del lavoro della Cna sottolinea inoltre che, mentre fino ad un anno fa per un contratto a tempo indeterminato se ne siglavano due a termine, oggi la tendenza vede in parità le due tipologie contrattuali.

Sempre a marzo 2015, nel campione osservato, a 3.245 nuove assunzioni si contrappongono 2.674 cessazioni, con un saldo netto positivo di 571 nuovi posti di lavoro. Un aumento degli occupati nelle piccole imprese dello 0,5% su base mensile che, se fosse confermato per tutto il 2015, potrebbe contribuire in misura considerevole alla ripresa dell’occupazione nel Paese. Marzo 2014 aveva visto invece 2.988 nuovi contratti e 2.809 cessazioni: un saldo di 179 unità, molto inferiore all’attuale. Sono segnali positivi: forse le pmi iniziano ad agganciare la tiepida ripresa e fanno ripartire l’occupazione. Questa l’indicazione (e sicuramente anche un po’ l’auspicio) che la Confederazione mazionale dell’artigianto e delle piccole e medie imprese trae dai nuovi numeri sugli occupati. L’ottimismo comincia a fare capolino.