Pioggia di balle e solite smorfie. Meloni rischia pure in Abruzzo

Manganelli, Europa matrigna e fake news sulla crescita. La premier Meloni a Pescara replica lo show di Cagliari.

Pioggia di balle e solite smorfie. Meloni rischia pure in Abruzzo

Una chiusura di campagna elettorale quella dei leader nazionali delle destre a Pescara, a sostegno del loro candidato al bis alla guida della Regione Abruzzo Marco Marsilio, che tocca tutti i loro temi identitari. Conditi da una serie di fake news sull’Italia che cresce e che non è mai stata così in salute come ora che al governo ci sono loro. Sul palco si sono ritrovati come era stato in Sardegna per sostenere il candidato Paolo Truzzu la premier e leader di FdI, Giorgia Meloni, e i due vicepremier e, rispettivamente numeri uno di Forza Italia e Lega, Antonio Tajani e Matteo Salvini.

Manganelli, Europa matrigna e fake news sulla crescita. La premier Meloni a Pescara replica lo show di Cagliari

Si parte dal tema sicurezza con la difesa a oltranza e indiscriminata delle Forze dell’Ordine. “La nostra priorità ora è il rinnovo del contratto delle forze dell’ordine”, dice Meloni. “Non ci si può ricordare delle forze dell’ordine solo quando c’è da insultare, solo quando qualcosa non è andato alla perfezione. Lo scorso anno 120 agenti sono finiti all’ospedale”, ha insistito. Le dà man forte il vicepremier e ministro leghista: “Per una certa parte politica, la sinistra, le forze dell’ordine sono un problema. Per me sono la spina dorsale di questo paese e guai a chi le mette in discussione”.

Poi c’è il tema dell’Europa matrigna. “Cibo finto, porcate da laboratorio se le mangiassero a Bruxelles e dintorni”, incalza il leader leghista. “Stasera sono arrivata qui e mi è stato detto che mi hanno regalato un trattore. Lo metto volentieri dentro al cortile di Palazzo Chigi. Non abbiamo dovuto aspettare le proteste in piazza. Conoscevamo il contesto. Il contesto di costi di produzione che aumentano e prezzi di vendita che scendono. In tutto questo politiche dell’Unione europea che hanno impattato come un detonatore inseguendo i deliri di una sinistra che non distingue la transizione ecologica da una transizione ideologica lontana anni luce dalla realtà”, dice la premier.

Il fatto è “gravissimo”. I metodi “da regime” e “i mandanti” sono quelli che ora vanno individuati per fare “molta chiarezza”. Perché questi “dossieraggi ad personam per passare le notizie ai giornali di De Benedetti” preoccupano e non poco il centrodestra. Meloni interviene sull’inchiesta di Perugia. Una questione “antidemocratica”, dice Tajani. Una “vergogna che non si deve ripetere”, per Salvini che preannuncia denunce “in tutte le procure d’Italia”.

Tajani rilancia sulla promessa delle pensioni a mille euro entro la fine della legislatura. E, rimanendo sui temi economici, fa specie sentire Meloni farneticare sui risultati del Governo: “record di occupati, con il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi 11 anni, abbiamo smesso di pagare chi non lavorava e pagato di più chi lavora”. Non una parola sulle ultime previsioni economiche arrivate dall’Europa che segnalano come quest’anno cresceremo meno dell’eurozona e dell’Unione europea e il prossimo anno saremo maglia nera assieme alla Germania.

Meloni farnetica ancora di redditi delle famiglie reali in calo ovunque nell’area Ocse, fatta eccezione per la Gran Bretagna e l’Italia. La premier difende la scelta di aver abolito il reddito di cittadinanza e parla di fantomatiche infrastrutture di cittadinanza che le destre avrebbero creato. Si rivendono poi tutti i leader in coro, assieme a i tre già citati c’erano a Pescara anche Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa, il rifinanziamento della Roma-Pescara che loro stessi avevano però definanziato, stralciando l’opera dal Pnrr. Meloni poi si scaglia ancora una volta contro la coalizione del centrosinistra che sostiene lo sfidante di Marsilio, Luciano D’Amico.

Il presidente uscente Marsilio tira fuori i problemi di salute del suo sfidante vantandosi di avergli salvato la vita

“Noi non veniamo qui in Abruzzo a candidare un signore che ci chiede di non presentarci perché si vergogna. Noi veniamo qui e ci mettiamo la faccia perché stiamo insieme per scelta e non per interesse. Ho visto cose incredibili in questa campagna elettorale. Arriva Giuseppe Conte e dice che lui non è alleato con Renzi. Arriva Renzi e dice che lui non è alleato con Giuseppe Conte. Poi arriva Calenda e dice ‘ragazzi sulle alleanze stiamo dicendo un sacco di balle’. Perché sono tutti alleati ma si vergognano a dirlo”. Dimenticando o fingendo di dimenticare gli strascichi velenosi che ha lasciato il voto in Sardegna tra le destre. La vocetta e le smorfiette con le quali aveva canzonato la sinistra dal palco cagliaritano – e che tante polemiche avevano sollevato – le rifà una sola volta a Pescara quando parla dei rumors su “Marsilio catapultato dalla Meloni, amico della Meloni”.

Lei si dice ottimista su questa tornata elettorale abruzzese ma mette le mani avanti. Quando allunga, per esempio, lo sguardo alle elezioni europee che le definisce “il vero timore di tutti”, ovvero che questa maggioranza possa essere confermata con quel voto di giugno. Infine una parola su Marsilio. Ci pare, ma è un’opinione personale, che il governatore uscente abbia avuto una caduta di stile quando ha tirato fuori i problemi cardiaci che hanno afflitto il suo sfidante. Ricordando che è stato lui ad aver fatto rientrare da Londra il medico che ha operato a Chieti D’Amico.