Pirellino, Regione Lombardia votò il bonus volumetrico 24 ore dopo che Coima comprò il palazzo dal Comune di Milano

A 24 ore dall'acquisto del Pirellino da parte di Coima, Regione Lombardia votò la legge che permetteva il bonus edificatorio del 25% al palazzo

Pirellino, Regione Lombardia votò il bonus volumetrico 24 ore dopo che Coima comprò il palazzo dal Comune di Milano

I bonus volumetrici del 25% con cui Manfredi Catella immaginava di trasformare l’ex Pirellino di Milano in due grattacieli uniti da un ‘ponte-serra’, fra cui la ‘Torre Botanica’ (progetto poi abbandonato), sono stati votati dal Consiglio regionale della Lombardia con una legge approvata 24 ore dopo il rogito.

È quanto emerge dalla documentazione sulla maxi-riqualificazione degli ex uffici tecnici del Comune di Milano svelata da La Presse, finiti al centro dell’inchiesta sull’urbanistica per le presunte “pressioni”, contestate dalla Procura, sulla commissione paesaggio e sul suo ex presidente Giuseppe Marinoni per esprimersi “in modo favorevole” al progetto dell’archistar Stefano Boeri, e che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco, Beppe Sala, dell’ex assessore Giancarlo Tancredi e dello stesso Catella.   

La cronologia del Pirellino

Il Pirellino è stato comprato dalla Coima di Catella nel 2019 per 193 milioni; l’atto notarile di compravendita viene siglato fra Palazzo Marino e Coima davanti al notaio il 25 novembre 2019. Il giorno successivo, cioè il 26 novembre, viene approvato l’articolo 40 bis della legge regionale della Lombardia del 26 novembre 2019, numero 18 “Misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente”. Una norma che concede bonus e indici edificatori aggiuntivi del 25% per gli immobili abbandonati da 5 anni. Per dimostrare di avervi diritto e che l’edificio è abbandonato al 31 marzo 2015, Coima presenta al Comune di Milano una “perizia” di “dismissione”.

Tuttavia, agli atti della pratica emerge che all’interno di Pirelli 39, si stavano effettuando lavori di riqualificazione e manutenzione oltre il 2015 e prima delle procedura di vendita pubblica. Un aspetto sul quale i magistrati stanno cercando di fare luce.

Le pressioni sui dirigenti comunali

Sempre sul fronte delle indagini, Marino Bottini, direttore Area pianificazione urbanistica generale, e Paolo Riganti, direttore della Rigenerazione urbana – sentiti nelle scorse settimane come testimoni nell’inchiesta sull’urbanistica, hanno raccontato ai pm delle pressioni subite da alcuni costruttori e dai loro avvocati.

Non “proprio minacce”, ma un “ricorso al Tar” che “irritualmente” è andato non solo contro il Comune di Milano, ma contro i “dirigenti” che si erano “espressi sfavorevolmente” rispetto a un intervento edilizio. Rispondendo alle domande dei pm hanno raccontato un recente “caso peculiare” di un noto studio legale milanese, che di fronte alla richiesta respinta di un permesso a costruire per un’area da demolire e ricostruire con cambio di destinazione d’uso in zona Fiera-Portello, per conto di una società immobiliare, ha “citato direttamente” a giudizio 9 funzionari e architetti della struttura tecnica. “Non solo per il ruolo ricoperto pro-tempore all’interno dell’Amministrazione comunale – hanno spiegato – ma, irritualmente, anche in proprio”.

Episodio che seguiva già la richiesta via mail di un “incontro” per “discutere del cambio di destinazione d’uso di un’area, senza indicare quale”, a cui uno dei due dirigenti ha risposto scrivendo che “gli uffici si esprimono solo a seguito di una istanza formale presentata”. “Ho dovuto attivare la mia assicurazione e tutela legale” ha affermato il testimone prima di venire a sapere, pochi giorni fa, che la società ha rinunciato alla “domanda di risarcimento danni”.