Più tempo per fare le riforme. Atene cerca l’intesa in Europa. Sì al 70% degli impegni in accordo con l’Ocse. Domani vertice dei ministri Ue. E lo spread vola

La linea di confine è fissata per domani con la riunione dei ministri delle Finanze europei. Se c’è una speranza di salvare la Grecia, quello sarà il momento e il luogo della verità. Il premier Alexis Tsipras ancora ieri ha detto di essere ottimista, ma le Borse – a cominciare da qualla di Atene, sprofondata ancora una volta (-4,75%) – non sembrano essere dello stesso avviso. Ottimismo è arrivato pure dal nuovo ministro delle Finanze greco, l’eccentrico Yanis Varoufakis, che ha lasciato spazio a qualche apertura, affermando che il suo Paese intende accettare la maggioranza delle riforme previste dall’attuale piano di salvataggio.

IL PIANO
Parlando al Parlamento greco, Varoufakis ha chiesto ai partner europei di cancellare la richiesta di procedere con politiche sbagliate. “Presenteremo le nostre proposte, e andremo avanti, per attuare profonde riforme in collaborazione con l’Ocse. A questo elenco aggiungeremo circa il 70% delle riforme e degli impegni previsti nell’attuale piano di salvataggio. Il restante 30% sarà o sospeso o cancellato”, ha affermato Varoufakis. Il ministro ha detto quindi di essere “consapevole del dovere” del Governo greco di trovare “una soluzione” con i partner europei rispettando però al tempo stesso la richiesta dei greci “di non mancare” gli impegni con gli elettori. Il nuovo ministro delle Finanze ha aggiunto che non si recherà a Bruxelles come “uno yes-man o un no-man. Sarò un cittadino europeo. L’interesse dell’europeo medio e quello del greco medio” sono analoghi.

DIETROFRONT SULL’ITALIA
Secondo Varoufakis il piano proposto dalla Grecia potrebbe permettere di riconciliare due contraddizioni apparenti: “le regole europee e il mandato” assegnato dagli elettori al Governo della sinistra radicale di Syriza. Nel corso dei sei mesi di respiro per il bilancio chiesti da Atene all’Ue la Grecia, ha aggiunto Varoufakis, “si impegna a non far deragliare il bilancio o gli accantonamenti del bilancio primario nel 2015 incoraggiando le riforme profonde in collaborazione con l’Ocse”, il cui segretario generale, Angel Gurria, sarà ad Atene proprio oggi. Varoufakis ha anche rettificato le accuse sul fallimento dell’Italia e dei nostri debiti fuori controllo. Accuse che avevano fatto inalberare il nostro ministro Pier Carlo Padoan.Nessuna rettifica di Varoufakis, invece, a proposito della Bce che “ha fallito” nella sua principale missione, ovvero limitare l’inflazione. “Se la medicina fosse stata amara, ma efficace, avremmo acconsentito a prenderla, ma era velenosa e ciò nonostante vogliono ancora che la prendiamo”, ha concluso il ministro, per il quale “sarà bene che qualcuno dica no alla fine e questo toccherà alla piccola Grecia”.

SOTTO ESAME
Chi intanto continua a bastonarla, questa piccola (ma sicuramente coraggiosa Grecia) sono le agenzie di rating, sempre pronte come iene a mordere chi è più in difficoltà. Così ieri Moody’s ha reso noto di aver abbassato il rating a lungo termine di cinque banche greche: si tratta di Piraeus Bank, National Bank of Greece, Alpha Bank, Eurobank Ergasias e Attica Bank. Tutti i rating sono stati messi sotto osservazione in vista di possibili ulteriori downgrade. Un declassamento che per l’agenzia di rating potrebbe riguardare presto tutto il Paese. Un livello spazzatura, in linea con una tenaglia nota anche all’Italia nella stagione dello spread impazzito, quella che portò al Governo Monti. Non a caso ieri lo spread dei titoli di debito pubblico di Atene stava sopra i mille punti rispetto al bund tedesco. Una follia.