Più vaccini o in autunno torneranno le chiusure, il ministro Speranza lancia l’allarme. E sull’obbligo vaccinale resta possibilista: “Valuteremo col passare delle settimane”

Il ministro Speranza lancia l'allarme. E sull'obbligo vaccinale resta possibilista: "Valuteremo col passare delle settimane"

Più vaccini o in autunno torneranno le chiusure, il ministro Speranza lancia l’allarme. E sull’obbligo vaccinale resta possibilista: “Valuteremo col passare delle settimane”

“Il vaccino è lo strumento per evitare nuove misure restrittive. Il virus esiste ancora, è forte e circola. O rafforziamo ancora la campagna vaccinale, o siamo costretti a immaginare che a un certo punto bisognerà usare le misure del passato”. A dirlo il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un colloquio con il Corriere della Sera.

Riguardo l’obbligo vaccinale paventato da Draghi, spiega “ho molto apprezzato la forza e il rigore con cui ha scelto di puntare tutte le nostre fiches sulla campagna vaccinale. Il passaggio dell’Ema renderebbe tutto più facile, ma i vaccini sono già sicuri e quindi si può fare anche senza, come è stato per il personale sanitario. Un governo ha sempre un margine di scelta. Si valuterà col passare delle settimane”. “L’obbligo non è una scelta già determinata e certa – continua – ma uno strumento che abbiamo e se necessario andrà attuato senza paura.

Il governo terrà conto del quadro epidemeiogico e delle ospedalizzazioni (leggi qui), con particolare attenzione alle terapie intensive e al numero dei decessi, la cosa più drammatica. Questi dati si incroceranno con la percentuale di vaccinati. La scelta si farà in base a una somma di fattori, tra cui la forza della variante. Potremmo trovarci in difficoltà anche con più del 90% di vaccinati, o al contrario non avere bisogno dell’obbligo pur senza raggiungere quella quota”.

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SALVINI REMA CONTRO

Proprio questo tema è diventato il terreno di scontro nella maggioranza. Lo sa bene Matteo Salvini che, sabato, ha dichiarato che  l’obbligo vaccinale “per tutti non esiste, anzi, esiste in Turkmenistan e Tagikistan”. Così, a suo dire, “a meno che qualcuno voglia seguire questi modelli, continuiamo con la spiegazione e con l’educazione”. Del resto, come raccontato durante un incontro con i cittadini a Milano, “l’obbligo per tutti non era presente in nessun accordo di governo”.

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