Polo strategico nazionale: la zampata di Fastweb e Aruba

Aggiudicata la gara per il Polo strategico nazionale. Importante passaggio per la digitalizzazione del Paese.

Polo strategico nazionale: la zampata di Fastweb e Aruba

Aggiudicata la gara per il Polo strategico nazionale, importante passaggio per la digitalizzazione del Paese, che è stata vinta dall’offerta economica di Fastweb-Aruba di circa 2,8 miliardi di euro. La basa d’asta era di 4,4 miliardi e il ribasso proposto è stato del 39,19%.

Aggiudicata la gara per il Polo strategico nazionale, importante passaggio per la digitalizzazione del Paese

Ora la cordata perdente, ovvero Tim-Cdp-Leonardo e Sogei ha il diritto di pareggiare l’offerta. Quest’ultima cordata aveva offerto per la parte economica una percentuale di sconto medio, sui listini posti a base di gara, del 23,36%. La creazione del Polo strategico nazionale è uno dei tre obiettivi fondamentali previsti dalla Strategia Cloud Italia, insieme alla classificazione dei dati e dei servizi pubblici da parte dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e la migrazione verso il cloud di dati e servizi digitali della Pubblica Amministrazione.

Intanto in Tim si progetta il futuro. È lo stesso Ad Pietro Labriola a fare il punto. “Siamo pronti – ha detto – a fare il passo conclusivo, direi decisivo, nel lungo percorso di trasformazione della governance della rete Tim, la separazione proprietaria dell’intera rete d’accesso del gruppo sulla base di un piano che verrà annunciato agli investitori il prossimo 7 luglio”.

“L’integrazione verticale è diventata anacronistica non solo per un tema regolatorio ma anche per un tema finanziario ed economico: il comparto dei servizi è caratterizzato da dinamiche competitive incompatibili con i lunghi periodi di recupero degli investimenti infrastrutturali”, ha aggiunto Labriola nel suo intervento in occasione della presentazione della relazione annuale dell’Organo di Vigilanza sulla Parità di accesso alla rete di Tim. Spazio poi al tema dei costi energetici che pesano sul primo player nazionale della telefonia.

“Si devono prevedere adeguamenti verso l’alto indicizzati all’inflazione delle offerte tlc retail e wholesale”, ha annunciato l’Ad. “Siamo il secondo consumatore nazionale di energia – ha sottolineato il manager – ma non veniamo considerati energivori perchè siamo distribuiti sul territorio. Bisogna garantire la sostenibilità economica del settore”.

”Nessuno di noi prevedeva la spinta inflazionistica – ha proseguito Labriola sul tema dei prezzi -. Ma noi abbiamo un conto economico da chiudere alla fine dell’anno e dobbiamo garantire il livello occupazionale ma non possiamo adeguare i costi all’inflazione. Non e’ possibile non immaginare un adeguamento dei prezzi wholesale all’inflazione. È il momento di avere il coraggio di prendere decisioni corrette”.