Poltronissime in gioco. Arrivano le nomine ai servizi segreti. E spunta il rimpasto di Governo

Collegare le nomine ai vertici dei servizi segreti e delle forze di polizia all’ennesimo mini-rimpasto di governo? La tentazione Matteo Renzi ce l’ha eccome, anche se non è detto che venerdì, al prossimo consiglio dei ministri, faccia filotto. Il nodo intorno al quale si sta aggrovigliando tutta la matassa è quello del destino di Giampiero Massolo, attuale direttore del Dis, ovvero del dipartimento che coordina i nostri servizi segreti. Il suo incarico scade nelle prossime settimane e pare proprio che non verrà rinnovato. Luca Lotti e Marco Minniti, i due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio che seguono la questione, gli hanno offerto un paio di incarichi: una consulenza di alto livello per Palazzo Chigi e un dorato posto al Consiglio di Stato. Massolo però ha rifiutato, facendo notare che a sessant’anni si sente ancora in grado di servire la Repubblica in ruoli un po’ più operativi. A questo punto è partita la fase due della trattativa.

EFFETTO DOMINO – Il direttore dei servizi è ambasciatore e formalmente non ha mai lasciato la Farnesina. Sarebbe stato un competente segretario generale del ministero degli Esteri, ma quella poltrona è stata appena occupata da Elisabetta Belloni. E allora ecco che è spuntata la nuova offerta: se l’Italia dovesse entrare nel Consiglio di Sicurezza come membro non permanente, Massolo andrebbe a ricoprire il ruolo di rappresentante italiano presso l’Onu. In alternativa, c’è chi lo vede come potenziale candidato alla guida della Farnesina addirittura come ministro. Qui però la partita si complica, perché si dovrebbe innescare una girandola di ministri che dovrebbe trovare d’accordo il presidente Sergio Mattarella. Se Massolo andasse agli Esteri, Paolo Gentiloni si trasferirebbe alla Difesa e Roberta Pinotti andrebbe allo Sviluppo Economico, sulla sedia dalla quale è precipitata in poche ore Federica Guidi, travolta dalle intercettazioni di Potenza. Un movimento simile è tra le ipotesi accarezzate dal premier, ma per ora l’unica cosa certa è che il suo interim allo Siluppo Economico durerà poco perché raccontano che sia allergico alle troppe firme.

STELLETTE – Venerdì, in ogni caso, dovrebbe essere la volta buona per le tanto sospirate nomine, che da un paio di mesi agitano prefetti, ammiragli e generali. All’Aise, il servizio segreto estero, Alberto Manenti dovrebbe restare in sella, riponendo comunque il sogno di soffiare la poltrona a Massolo. A tenerlo a Forte Braschi è il fatto che conosce molto bene la Libia (è anche nato a Tripoli), e questa competenza sarà quantomai preziosa nei prossimi mesi. All’Aisi, l’intelligence interna, è sempre in netto vantaggio l’ex comandante dei Ros Mario Parente, che però deve guardarsi dalla concorrenza di un altro carabiniere, il generale Emanuele Saltalamacchia, che comanda la Regione Toscana ed è vicinissimo a Renzi e Lotti. Per la Polizia sembra fatta per Franco Gabrielli, mentre a comandare la Guardia di Finanza dovrebbe andare Giorgio Toschi o, in subordine, Luciano Carta.