Il Sud in default sulle infrastrutture. Ma il governo insiste ancora col Ponte

Sul Ponte sullo Stretto, Bruxelles precisa che è disponibile a finanziare solo studi preparatori per l’opera di Salvini. Nulla di più

Il Sud in default sulle infrastrutture. Ma il governo insiste ancora col Ponte

Dopo che il governo, col ministro Luca Ciriani, ha negato che nelle oltre duecento richieste di integrazione al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, arrivate dalla Commissione Via-Vas (Valutazione impatto ambientale), ci siano elementi di criticità, e dopo che il ministro leghista Matteo Salvini piega a suo uso e consumo l’inserimento dell’infrastruttura nelle linee guida aggiornate per lo sviluppo della Rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), la Svimez ci conferma un’Italia a due velocità e nettamente divisa sul fronte delle infrastrutture. Sono dati piuttosto allarmanti quelli che ieri mattina ha fornito nel corso di un’audizione alle Camere sullo stato di attuazione del federalismo fiscale.

Italia a due velocità sulle Infrastrutture

Il quadro restituisce un Mezzogiorno con pochi binari ferroviari, Alta Velocità che serve solo la Campania, tram e metro praticamente inesistenti e soddisfazione per bus e pullman nettamente più bassa rispetto alle altre aree del Paese. Per i trasporti, in particolare, numerosi indicatori evidenziano il divario territoriale. Per quanto riguarda l’infrastruttura ferroviaria, la lunghezza dei binari al Sud è pari a 7.528 km ovvero il 30% del totale nazionale. Ma sono i requisiti prestazionali della rete a evidenziare i maggiori divari.

Le linee classificate come ‘fondamentali’ e ‘di nodo’ (queste ultime presenti solo in Campania) al Sud interessano solo il 21,4% dell’intera estesa contro una percentuale più che doppia al Centro-Nord (53,5%). Enorme anche il gap nell’elettrificazione della rete: 58,2% al Sud contro l’80% medio al Centro-Nord. Infine la rete a doppio binario è pari al 31,7% nel Mezzogiorno a fronte del 53,4% delle regioni centro-settentrionali.

Per quello che riguarda poi l’Alta Velocità, nelle regioni meridionali lo sviluppo è di 181 km (interamente in Campania), ovvero appena il 12,3% del totale nazionale. Non molto migliore la situazione dei sistemi di trasporto urbano, le città capoluogo del Sud dispongono di una dotazione complessiva di reti tramviarie pari a 42,6 Km ovvero l’11,2% del totale nazionale e di reti metropolitane pari a 25,7% (13,5% del totale nazionale). Carenti anche i servizi di trasporto pubblico, qualitativamente di livello inferiore al Sud rispetto al resto del Paese.

Fake news sul Ponte sullo Stretto

Tornando a quanto dicevamo all’inizio, il Parlamento europeo ha dato il via libera alle linee guida aggiornate per lo sviluppo della Rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), che collega oltre 420 grandi città dell’Ue. L’intesa raggiunta con gli Stati membri a dicembre prevede, tra i punti, l’inclusione di un riferimento allo Stretto di Messina. Subito una nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Salvini ha festeggiato la notizia, esprimendo “grande soddisfazione”. E la Lega vi legge la disponibilità ad accedere, per la realizzazione dell’opera, ai finanziamenti europei.

Un’autentica panzana. A spiegare come stanno le cose è un portavoce della Commissione europea. “Il Ponte sullo Stretto fa parte della rete centrale Ten-t” e “studi preparatori per la parte ferroviaria del progetto potrebbero essere finanziati sulla base del programma Connecting Europe Facility”. Dunque avete capito bene: a essere finanziati dall’Europa possono essere solo gli studi, per ora.

Un collegamento fisso sullo Stretto di Messina potrebbe “avvicinare la Sicilia e la sua popolazione all’Europa continentale”, ha evidenziato il portavoce, “tuttavia, i costi e i benefici precisi di una tale infrastruttura possono essere determinati solo sulla base di studi preparatori”. Mentre Salvini vuol già far partire le ruspe quest’estate. Incredibile.