Ponte sullo Stretto, le motivazioni della Corte dei Conti: violate due direttive Ue e il nodo del piano tariffario

Le motivazioni con cui la Corte dei Conti ha bocciato il progetto del Ponte sullo Stretto riguardano anche la violazione di due direttive Ue.

Ponte sullo Stretto, le motivazioni della Corte dei Conti: violate due direttive Ue e il nodo del piano tariffario

Non è solo una questione di metodo. La bocciatura da parte della Corte dei Conti della delibera Cipess che dava il via libera definitivo al progetto del Ponte sullo Stretto deriva anche dalla violazione di due direttive europee, come si legge nelle motivazioni rese note dai giudici contabili. La Corte dei Conti sottolinea diverse criticità della delibera: la violazione della direttiva habitat naturale, le modifiche contrattuali (con la violazione di un’altra diretiva Ue) e anche il mancato parere dell’Art sul piano tariffario.

Nello specifico, viene segnalata la violazione della direttiva europea sulla conservazione degli habitat naturali (a causa della carenza di istruttoria e di motivazione della cosiddetta delibera Iropi), la violazione dell’articolo 72 della direttiva 2014/24/Ue derivante dalle modifiche rispetto all’originario rapporto contrattuale e la mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario posto a fondamento del piano finanziario.

Stavolta il governo sembra aver messo da parte il clima di scontro che si è visto dopo la comunicazione della bocciatura della delibera: il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini, infatti, si limita a prendere atto delle motivazioni e ad assicurare che continua l’iter per la realizzazione del Ponte, “anche alla luce della positiva collaborazione con la Commissione europea”. Tanto che “tecnici e giuristi sono già al lavoro per superare tutti i rilievi”.

Una risposta ben diversa da quella di solo un mese fa, con gli attacchi del governo ai giudici contabili. E anche Palazzo Chigi, in una nota, ricalca la stessa linea, assicurando che le motivazioni saranno oggetto “di attento approfondimento” del governo. Che si dice convinto che si “tratti di profili con un ampio margine di chiarimento davanti alla stessa Corte”, in un confronto “costruttivo”.

Ponte sullo Stretto, le motivazioni della bocciatura della Corte dei Conti

Per quanto riguarda la direttiva europea sugli appalti, l’articolo relativo alla modifica dei contratti prevede che non possano essere cambiati senza una nuova procedura d’appalto. E secondo la Corte, la delibera Cipess “si limita a prendere atto” del costo dell’opera, senza considerazioni sulla procedura dell’aggiornamento dei costi. Per i giudici contabili la nuova procedura è necessaria perché vanno verificate alcune condizioni che, “se fossero state contenute nella procedura d’appalto iniziale, avrebbero attratto ulteriori partecipanti alla procedura di aggiudicazione”.

Perché, viene spiegato, rispetto al programma contrattuale originario sono intervenute modifiche “di favore per i soggetti aggiudicatari” che hanno reso l’operazione economica ben diversa da quella originaria. In particolare, la Corte sottolinea le modifiche “significative” alle modalità di finanziamento per la società Stretto di Messina, ad alcuni calcoli dei costi e alle percentuali di prefinanziamento dell’opera.