“Porte spalancate al malaffare. Sul Pnrr il governo sta sbagliando tutto”: parla Baldino (M5S)

L'intervista alla vicecapogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, Vittoria Baldino: "Sul Pnrr il governo sta sbagliando tutto".

“Porte spalancate al malaffare. Sul Pnrr il governo sta sbagliando tutto”: parla Baldino (M5S)

Giovedì è arrivata l’inchiesta sulla prima grande truffa italiana sui fondi del Pnrr, parliamo di oltre 600 milioni di euro. Non solo. Un dossier della Procura europea Eppo riferisce che su 206 inchieste avviate sul Pnrr, 179 riguardano l’Italia, l’86%. Vittoria Baldino, vice capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera, che succede?
“Succede che con le operazioni di smantellamento e indebolimento dei presìdi di legalità, portate avanti con protervia dal Governo Meloni, stiamo rischiando di aprire le porte del Pnrr al malaffare. Il M5S aveva prontamente lanciato l’allarme stigmatizzando la cancellazione del controllo concomitante della Corte dei conti, l’abolizione dell’abuso d’ufficio, lo svuotamento del traffico di influenze, l’indebolimento delle intercettazioni. Purtroppo siamo davanti ai primi, gravi episodi scaturiti da questa logica governativa di arretramento sulla legalità”.

Dall’Anac alla Corte dei Conti il governo Meloni pare puntare a limitarne i poteri di controllo. “Ormai è chiaro che il Governo non è in grado di portare avanti un’efficace messa a terra delle risorse Pnrr. La stessa ultima relazione dell’Esecutivo, sullo stato di avanzamento del Piano, certifica che nel 2023, al netto dell’attuazione automatica delle nostre misure, come Transizione 4.0 e Superbonus, il Governo ha speso solo l’8% dei fondi sin qui incassati dall’Italia. Per provare a distogliere l’attenzione da queste incapacità, il Governo Meloni ha pensato bene di rinviare la gran parte degli investimenti Pnrr al biennio 2025-2026, sperando in chissà quale miracolo attuativo. E mi pare chiaro che per oscurare tutto questo, Meloni e il ministro Fitto vogliano far controllare il meno possibile a chiunque, a partire dalla Corte dei conti. Una cultura di Governo secondo noi agghiacciante”.

Cosa ne pensa dell’ultima proposta di legge di FdI sui magistrati contabili a proposito proprio del controllo sui progetti del Pnrr, considerando che già le destre ne avevano cancellato quello concomitante?
“E’ l’ennesimo tassello di questo processo di smantellamento dei controlli, questa volta circoscrivendo oltre ogni logica i tempi di analisi dei dossier da parte dei giudici contabili”.

Ritiene sia una vendetta del governo per i rilievi mossi dalla Corte dei Conti in merito ai ritardi e agli obiettivi a rischio relativamente all’attuazione del Pnrr da parte delle destre?
“Guardi, la vera ragione sta nel voler agire nell’ombra, senza rendere conto agli italiani. E’ un tentativo quindi di nascondere la propria incapacità e non vorremmo fosse anche un tentativo di Fitto di allontanare da sé occhi indiscreti, vista l’incredibile concentrazione di potere economico che il ministro ha accentrato sul suo ministero, dalla cabina di regia sul Pnrr alle scelte sulla distribuzione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione e di quelle della nuova Zes unica nel Mezzogiorno”.

Le destre hanno attaccato il Superbonus e il Reddito di cittadinanza, anche per le truffe. Poca cosa rispetto a quelle sui finanziamenti europei.
“Beh, conosciamo bene le cantilene del Centrodestra, ormai è colpa del Superbonus anche quando piove. La verità è che mentre le truffe su Reddito e cittadinanza e Superbonus sono pochissime, stanno emergendo ben più consistenti truffe sul principale piano di investimenti che il Governo non sa mettere a terra e che quindi vuole gestire nell’ombra, senza opportuni controlli”.

Rimanendo sul Pnrr, la Conferenza delle Regioni ha lanciato l’allarme sui tagli alla sanità, con minaccia di ricorrere alla Consulta. Le stesse Regioni di centrodestra sono in polemica con il loro Governo.
“Anche qui lo avevamo detto immediatamente, cercando di andare oltre la narrazione manipolatoria della Meloni. La sanità pubblica è stata pesantemente definanziata. L’altro ieri abbiamo ascoltato l’ennesimo abominio economico del Presidente del consiglio, che ha sbandierato un presunto record da 134 miliardi di euro di finanziamento 2024 della sanità pubblica in termini assoluti, ostinandosi a non considerare l’unico parametro che conta, ovvero la spesa in rapporto al Pil, che invece il Governo sta facendo drammaticamente calare. In più Meloni ha raccontato l’ennesima menzogna quando, anche considerando la spesa sanitaria in rapporto al Pil, che a suo dire sarà pari al 6,8% nel 2024, ha sostenuto che sarebbe un altro record, eccezion fatta per l’anno della pandemia. Niente di più falso: non solo nel 2020 il Governo Conte ha aumentato il livello di finanziamento della sanità pubblica al 7,4% del Pil, ma ha raggiunto il 7,1% anche nel 2021, anno del rilancio del Pil. Oggi queste percentuali stanno precipitando, come peraltro hanno denunciato 14 scienziati in un appello che dovrebbe far sprofondare di vergogna il Governo. E a chiudere il cerchio è arrivato anche il definanziamento dal Piano complementare di progetti da 1,2 miliardi per il rinnovamento degli ospedali. E’ chiaro che anche le Regioni di Centrodestra, di fronte a questo sfacelo, dovrebbero andare all’attacco del ‘loro’ Esecutivo. Dovrebbero, ma nella realtà, Occhiuto in testa, preferiscono fare gli interessi del proprio partito piuttosto che quelli della Regione che governano. Un esempio tra tutti è il caso dell’autonomia differenziata, che tra le altre cose potrebbe sottrarre 42% di risorse alla Calabria proprio sulla sanità, come da stime dell’Anci”.

Che ne pensa del piano casa di Matteo Salvini?
“Beh che dire, siamo già in campagna elettorale per le europee e le ‘salvinate’, che già abbondano in fasi lontane dalle elezioni, si moltiplicano a dismisura. Peraltro parliamo di una ‘salvinata’ che non prevede ancora un testo e che la stessa Meloni ha detto di non aver letto e di non poter giudicare. Di che stiamo parlando? Per quello che si può capire l’idea di Salvini ha il sapore di un condono ed è ben lontana da quello che occorrerebbe davvero: un piano casa per aiutare le milioni di famiglie italiane in difficoltà col mattone. Come al solito Salvini preferisce l’asfalto pre-elettorale alle soluzioni concrete per il futuro del Paese”.