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Redazione

“Post indegno del servizio pubblico”. Pure l’Usigrai contro Vespa per il commento su Egonu e Sylla

Vespa e il peso delle parole: quando un post controverso riaccende il dibattito sul razzismo nei media pubblici

Pubblicato il 14 Agosto 202412 Agosto 2024 - Aggiornato il 14 Agosto 2024 alle 14:08 di Giulio Cavalli
“Post indegno del servizio pubblico”. Pure l’Usigrai contro Vespa per il commento su Egonu e Sylla

Non si placano le polemiche su Bruno Vespa. Il conduttore di Porta a Porta, è finito nel mirino dell’Usigrai dopo il controverso commento sui social network a proposito delle pallavoliste azzurre Egonu e Sylla. L’occasione, che avrebbe dovuto essere di pura celebrazione per la vittoria della nazionale femminile di volley alle Olimpiadi di Parigi 2024, si è trasformata in un caso di studio su come non congratularsi con degli atleti nel XXI secolo.

Vespa ha scritto sul suo profilo X: “Straordinaria la nazionale pallavolista femminile. Complimenti a Paola Enogu (sic) e Myriam Sylla: brave, nere, italiane. Esempio di integrazione vincente”. Un tweet apparentemente innocuo che ha scatenato una tempesta di critiche. Comprese quelle dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai.

Il post di Vespa e la reazione del sindacato: un caso di razzismo latente?

In un comunicato ufficiale, l’Usigrai non ha usato mezzi termini: “Il post su X di Bruno Vespa è indegno del servizio pubblico. Vespa, oltre a ignorare totalmente la storia delle due giocatrici, che sono nate in Italia dove si sono formate sportivamente, sottolinea senza alcun motivo il colore della loro pelle, dimostrando un razzismo latente e una mentalità retrograda”.

Ma non è tutto. Il sindacato ha colto l’occasione per ricordare altri recenti episodi discutibili che hanno visto protagonista il conduttore: “Che Vespa sia ormai totalmente inadeguato per il servizio pubblico lo dimostra ogni volta, non ultima la puntata sull’interruzione volontaria di gravidanza con ospiti soli uomini”.

La domanda che sorge spontanea e che l’Usigrai non manca di porre è: “Ci chiediamo cosa aspetti la Rai a intervenire, considerata anche l’onerosa collaborazione dell’artista, escamotage usato per aggirare il tetto dei 240mila euro di retribuzione nella pubblica amministrazione”.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato Rai Sport, che ha evidenziato l’errore di Vespa nel cognome di Paola Egonu, scritto “Enogu”. Un dettaglio che, seppur minore rispetto alla sostanza del messaggio, non fa che sottolineare una certa superficialità nel trattare l’argomento.

Di fronte alle critiche, Vespa ha tentato di difendersi con un altro tweet: “Sapevo benissimo che Egonu e Sylla sono nate in Italia. Ma anche loro purtroppo debbono integrarsi in un mondo più razzista di quanto s’immagini. E le due campionesse ci sono riuscite benissimo”. Una precisazione che, anziché placare gli animi, ha sollevato ulteriori perplessità sulla percezione del conduttore riguardo temi delicati come l’integrazione e il razzismo.

È doveroso chiedersi: in un paese dove le seconde generazioni sono una realtà consolidata, è ancora accettabile parlare di “integrazione” riferendosi a cittadini italiani nati e cresciuti nel nostro paese? E soprattutto, è ammissibile che una figura di spicco del servizio pubblico continui a perpetuare stereotipi e visioni anacronistiche della società italiana?

Il caso Vespa solleva questioni più ampie sul ruolo e la responsabilità dei media pubblici nella formazione di una coscienza civica moderna e inclusiva. In un’Italia sempre più multietnica e multiculturale, c’è ancora spazio per visioni che, seppur non intenzionalmente, rischiano di alimentare divisioni e pregiudizi?

Il ruolo dei media pubblici nell’italia multietnica

I vertici Rai, finora, hanno mantenuto un silenzio imbarazzante sulla vicenda. Resta da vedere se e come l’azienda deciderà di affrontare questa ennesima controversia legata a uno dei suoi volti più noti. Nel frattempo, Paola Egonu e Myriam Sylla continuano a far parlare di sé per i loro meriti sportivi.

di Giulio Cavalli

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