Poste in Borsa entro l’anno, con l’azionariato popolare. Padoan e Caio definiscono i dettagli. Si studiano privilegi per i dipendenti

Poste sarà quotata entro l’anno. E all’esito dell’operazione si punterà a realizzare una sorta di azionariato popolare, con alcuni privilegi per i dipendenti. I dettagli sono arrivati ieri dal dicastero dell’Economia, dopo una riunione tra il ministro, Pier Carlo Padoan, e l’ad del gruppo Francesco Caio. Erano presenti anche i consulenti del Mef e i “global coordinator” dell’operazione. Durante l’incontro è stato “constatato l’avanzamento di tutte le operazioni preliminari nel pieno rispetto della tabella di marcia”. L’offerta di azioni delle Poste italiane “riserverà quote rilevanti all’azionariato popolare e privilegi specifici per i dipendenti”. Inutile dire che le attese sono molte, soprattutto per le prospettive di incasso che sono legate alla porzione di Poste che si deciderà di “collocare”. Il gruppo, nella sua interezza, potrebbe essere valutato tra i 10 e i 13 miliardi di euro. “La perfetta sintonia tra la visione del governo e quella del management”, ha tenuto a proseguire il ministero, “consente ai vertici aziendali di presentare l’operazione ai mercati non solo sulla base della riconosciuta esperienza personale ma anche con il sostegno della convinta fiducia delle istituzioni”.

RUOLO STRATEGICO
Nel corso della riunione, Padoan e Caio si sono soffermati sul ruolo di offerta capillare di servizi e raccolta del risparmio che Poste italiane ha tradizionalmente svolto nel paese, e sull’esigenza di rafforzare questo ruolo nel futuro anche attraverso il ricorso agli strumenti e alle risorse del mercato.