Le Lettere

Povera Italia

Povera Italia

L’Italia si impoverisce a vista d’occhio. Negli anni ’70, nonostante inflazione e crisi petrolifere, per comprare un’auto bastavano pochi mesi di stipendio, ora un’auto costa almeno 30.000 euro. Il governo che fa?
Luigi Anelli
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Gentile lettore, a parte l’auto, che è solo la punta dell’iceberg e il cui prezzo medio è salito del 48% dal 2019 a oggi, il problema di fondo è la non-crescita degli stipendi. In 30 anni, dal ’92 al 2022, la busta paga reale in Italia è scesa del 2,9%, mentre nel resto d’Europa è molto cresciuta: Danimarca +38%, Germania +33, Francia +31, Grecia +30,5, Portogallo +13,5, per non dire di Polonia e Paesi baltici, che sono cresciuti dal 200 al 600%. Gli altri si arricchiscono e noi ci impoveriamo. L’Eurostat ha esaminato la capacità d’acquisto dei Paesi Ocse, cioè gli stipendi rapportati al reale costo della vita, e l’Italia è tra i titoli di coda. Calcolando in base a una moneta teorica detta Pps (Standard del Potere d’Acquisto), la Svizzera svetta a 47.403 Pps, seguita da Olanda a 38.855, Norvegia a 36.287, Austria a 35.089 e Germania a 34.914. Molto in basso c’è l’Italia, a 24.852 Pps, ossia il 15% sotto la media Ue, superata anche da Cipro e Turchia. Non è colpa della Meloni, ovvio, dato che il male è antico, ma il punto è che questo governo non fa niente per rimediare, perché manca di una visione ampia. Addirittura si oppone al salario minimo, una misura vitale che, ovunque è stata introdotta,ha risollevato sia il salario nominale sia la reale capacità d’acquisto. Continuando su questa linea perversa, l’unico orizzonte che rimane all’Italia è di un lento affondamento.