Le Lettere

Povero Trump

Usa e Cina hanno ritrovato un po’ di saggezza, anche se la tregua raggiunta in materia di dazi è passata quasi inosservata, tra le varie crisi di Gaza e dell’Ucraina.
Adalberto Olmi
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Gentile lettore, non è passata inosservata sui mercati, benché formalmente si tratti solo di una moratoria di 90 giorni. L’annuncio ha fatto schizzare in alto le borse e il dollaro, e ha riportato l’ottimismo nei commerci. È inesatto dire che i due governi abbiano ritrovato un po’ di saggezza o che ci sia stato un reciproco passo indietro. In realtà è l’America che ha compiuto una spericolata retromarcia riducendo i dazi alla Cina dal 145% al 30%. Del resto Pechino, senza clamori, aveva sganciato colpi da K.O. bloccando, tra l’altro, l’esportazione in Usa delle terre rare e di varie tecnologie e annullando l’ordinativo di centinaia di Boeing. Trump si è accorto di aver addentato un boccone troppo grosso. Come scrive l’agenzia economica Bloomberg, “la decisione di Xi di mantenere le posizioni ha ben pagato, dopo che in Usa era suonato l’allarme per una possibile recessione autoindotta”. Noti che Trump, impaurito dal finimondo da lui provocato, si era detto “pronto a trattare, quando riceverò una chiamata dalla Cina”. La telefonata non è mai arrivata e alla fine Washington si è umiliata chiamando Pechino e proponendo una trattativa in Svizzera. Scrive ancora Bloomberg: “La vistosa riduzione dei dazi ha ecceduto le aspettative cinesi. Pechino ha visto le sue richieste soddisfatte quasi totalmente”. Ora Trump, per sviare l’attenzione, va dicendo: “L’Ue è più cattiva della Cina”. Poverino, nessuno lo ama quanto Melania.