L’ultimo Rapporto regionale sulle povertà, realizzato da Caritas Campania, traccia un quadro complessivamente disperato, in particolare per Napoli: negli ultimi 10 anni 170mila giovani hanno lasciato la città per mancanza di lavoro; attualmente meno di una donna su tre lavora e la povertà si moltiplica, anzi – come si evince dal Rapporto – potenzia i suoi ottocenteschi tratti di ereditarietà: tra i membri delle famiglie che hanno usufruito dei servizi e dei supporti Caritas per sopravvivere, nessuno ha concretamente potuto migliorare la sua condizione economica.
Chi va alla Caritas non ha concretamente migliorato la sua condizione economica
L’allarme sulla povertà e sull’aumento delle disuguaglianze economiche e sociali è stato rilanciato il mese scorso anche dal rapporto Oxfam presentato al Forum di Davos. Per avere un’idea delle dimensioni del problema, basti soltanto osservare che nel nostro Paese, dal 1995 al 2016, lo 0,1 per cento più facoltoso della popolazione adulta è passato dal 6 all’11 della ricchezza nazionale, mentre il 25 per cento degli adulti più poveri ha visto contrarre la propria quota dal 12 al 4. È evidente che non può essere sostenibile alla lunga un modello di sviluppo in cui si viene a creare una frattura così vistosa all’interno della cittadinanza tra una minoranza che ha sempre di più e una maggioranza che ha sempre di meno.
Il tessuto connettivo di cui è fatta una società rischia di essere pericolosamente intaccato, quando a venir meno nei suoi componenti è la sensazione di trovarsi davvero sulla stessa barca. Il Titanic che colava a picco portava parimenti alla rovina i passeggeri ospitati in prima classe e quelli ammassati nella terza. Al contrario, l’attuale assetto dell’economia globale autorizza i privilegiati del finanzcapitalismo a sentirsi svincolati dal destino comune ed esonerati da ogni senso di responsabilità sociale e, d’altra parte, sta spingendo una quantità crescente di poveri ed emarginati a pensare di non avere più niente da aspettarsi dalla comunità a cui appartengono.
L’ultimo Rapporto realizzato da Caritas Campania traccia un quadro disperato. “La disuguaglianza rischia di essere una fattore di disintegrazione sociale”
Al di là di una certa soglia, la disuguaglianza economica rischia di trasformarsi in un vero e proprio fattore di disintegrazione sociale. È necessario perciò correre urgentemente ai ripari e porre l’emergenza povertà al centro dell’attenzione e delle politiche pubbliche. Tutto il contrario, per intenderci, di quello che è stato fatto con lo smantellamento o, più correttamente, il ridimensionamento del reddito di cittadinanza.
di Davide Borrelli, Docente Sociologia processi culturali Università Suor Orsola Benincasa