Pressing sulle riaperture. Mezzo Governo frena ma Lega e Regioni scalpitano. Giorgetti vuole partire subito indipendentemente dai dati sanitari. E i governatori tornano alla carica

Riaperture? Forse la quadra si troverà nella cabina di regia di oggi. Di certo non si può dire che le ultime ore siano state facili per il Governo.

Pressing sulle riaperture. Mezzo Governo frena ma Lega e Regioni scalpitano. Giorgetti vuole partire subito indipendentemente dai dati sanitari. E i governatori tornano alla carica

Riaperture? Forse la quadra si troverà nella cabina di regia di questa mattina. Di certo non si può dire che le ultime ore siano state facili per il Governo guidato da Mario Draghi. La maggioranza è divisa tra chi invita ad ascoltare il “grido d’allarme dei medici” per evitare di mandare in fumo la riduzione dei contagi e della pressione sugli ospedali delle ultime settimane e chi, come Lega e Forza Italia, preme per cominciare ad allentare le restrizioni già da lunedì 26 aprile o addirittura prima, come chiedono alcune Regioni di Centrodestra.

È su questo terreno che si sta consumando l’ennesimo scontro tra i ministri dell’esecutivo Draghi. A dettare l’agenda sarà soprattutto l’andamento della curva epidemiologica, in parallelo ai progressi della campagna vaccinale. Certo è che, seppur con modalità ancora da definire, non sembrano previsti passi indietro sulla linea dell’allentamento delle misure restrittive.

In attesa dell’incontro che si svolgerà in queste ore – al termine del quale il premier potrebbe tenere una conferenza stampa – l’esecutivo ha incontrato governatori e amministratori locali per raccogliere le loro proposte. Le diverse posizioni evidenti e marcate. Da un lato il titolare dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che se gli ultimi dati dei contagi “sono effettivamente veri, credo che già dalla settimana prossima, un programma di aperture prudenziale ma ragionevole debba essere messo in campo, quindi si possa ricominciare ad aprire attività“.

Più prudente la linea del dem Andrea Orlando, secondo cui le riaperture vanno “preparate”, non “annunciate: un conto è chiedere percorsi per dare delle certezze agli operatori, un conto è sparare date a caso“. A suo parere nei prossimi giorni andrà trovato un “punto di equilibro” tra le diverse istanze. La pensa così anche il ministro alla Salute, Roberto Speranza, che nel corso dell’informativa di ieri alla Camera ha chiesto di adottare una decisione unanime. “Dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e non sbagliare tempi e modi delle riaperture per non vanificare i sacrifici fatti”, ha aggiunto.

Ma queste sono ore difficili anche per i governatori che scalpitano per ripartire. Stando alla bozza presentata nel corso del vertice con Palazzo Chigi, le Regioni hanno sollevato molti temi: in materia di spostamenti la richiesta è che siano autorizzati almeno tra regioni gialle. Per quanto riguarda i ristoranti, per consentire la riapertura anche nelle regioni rosse la proposta è di introdurre strategie di screening/testing, di rafforzare il sistema di prenotazione e di vietare la consumazione al bancone dopo le 14.

Si prevedono due metri di distanza tra i tavoli al chiuso e almeno un metro all’aperto. Via libera anche al buffet, purché i cibi siano monodose e i clienti abbiano la mascherina. Pure per le palestre l’obiettivo dei governatori è riaprire in zona rossa, attraverso l’obbligo di prenotazione, distanziamento di almeno due metri negli spogliatoi e nelle docce. Per il settore cinema e spettacoli le Regioni parlano di “strategie di screening/testing” per riaprire nei territori ad alto rischio, rispolverano i protocolli già adottati l’anno scorso che prevedono un distanziamento dei posti a sedere di “almeno un metro” “sia frontalmente che lateralmente” o di “due metri” se non si indossa la mascherina.

Misure simili per i concerti e i teatri, dove le distanze vanno garantite anche durante le prove e nei laboratori. Protocolli a parte, le ipotesi su quando far ripartire il Paese sono diverse: chi teme un nuovo aumento dei contagi proprio nel momento più critico della campagna vaccinale punta a reintrodurre le zone gialle a inizio maggio. Subito dopo scatterebbe il via libera alla riapertura dei ristoranti anche a cena, con un inevitabile slittamento del coprifuoco intorno alla mezzanotte.

Una parte della maggioranza spinge invece per anticipare l’allentamento delle restrizioni per i ristoratori, così da arrivare al definitivo liberi tutti già dal 2 giugno. Quel che è certo è che entro l’11 giugno – quando allo stadio Olimpico di Roma torneranno per la prima volta gli spettatori sugli spalti per la gara d’esordio dell’Italia agli Europei contro la Turchia – sarà autorizzata anche la riapertura di cinema e teatri. Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha chiesto che “nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi”.

“Volutamente non abbiamo messo date, e non le suggeriamo”, perché “non cerchiamo lo scontro”, ha detto a Radio Anch’io il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga (nella foto). “Il Governo farà le dovute scelte”, ha sottolineato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, spiegando: “Abbiamo chiesto di favorire in via sperimentale le attività che si possono svolgere all’aperto”. “Con le linee guida suggeriamo un percorso, bisogna prendere consapevolezza che il Paese vive una forte tensione sociale, servono regole magari forti ma che vengono rispettate, invece di divieti che poi si rischia non vengano rispettati”, ha aggiunto Fedriga.