Il risultato annunciato dagli exit poll. Il No nettamente avanti al referendum sin dai primi dati, confermato dal risultato definitivo

I primi exit poll danno in vantaggio il No. Secondo La7 il dato si attesterebbe almeno al 55% con la possibilità di raggiungere il 59%.

Molto probabilmente non ci sarà nessuna lunga notte elettorale: gli exit poll danno in netto vantaggio il No. Un trend confermato alle prime proiezioni sui voti reali. Su La7 sono stati diffusi i dati che indicano la bocciatura della riforma tra il 55 e il 59%. Il Sì, nella migliore delle ipotesi, non potrebbe andare oltre il 45%. Il distacco sarebbe quindi di almeno 10 punti percentuali. Ma forse sarà anche maggiore. Gli exit poll della Rai non si sono discostati particolarmente da queste cifre: il Sì ha una forchetta compresa tra il 42 e il 46%. Insomma, sembra profilarsi un’autentica disfatta per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

“Noi sfidiamo la scaramanzia. Se vittoria sarà, sarà di popolo contro i poteri forti. C’è stata grande partecipazione popolare: gli italiani hanno votato in massa. Renzi, in un Paese normale, dovrebbe dare le dimissioni nei prossimi minuti. Nessuno governicchio, né governi del fantasma formaggino. Bisogna andare alle elezioni”, ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini, il primo a parlare tra gli esponenti politici di spicco.

Per il Partito democratico ha preso subito la parola il vicesegretario, Lorenzo Guerini, apparso abbastanza preoccupato: “I primi dati degli exit poll danno alcune indicazioni, attendiamo la conferma. Una valutazione più compiuta serve attendere i dati veri per conoscere la scelta che gli italiani hanno compiuto. Per ora è positiva la partecipazione degli italiani”. Guerini ha confermato che il premier parlerà a Palazzo Chigi intorno a mezzanotte, come già anticipato prima della chiusura delle operazioni di voto. Il numero due dei dem ha anche annunciato la riunione dei vertici del partito per decidere cosa fare dopo il referendum. Da Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ha aperto all’ipotesi di un altro Governo: “Il Pd indichi un altro premier. Può essere Grasso, anche Padoan. Ma il partito di maggioranza deve scegliere cosa fare”.

Anche da Area popolare c’è l’annuncio di una verifica. “Martedì alle 11 abbiamo convocato i gruppi parlamentari di Area popolare di Camera e Senato, mentre mercoledì abbiamo convocato la direzione nazionale di Ncd per valutare l’esito del voto. Abbiamo sempre detto che dopo il referendum sarebbe stata necessaria una verifica”, ha dichiarato il capogruppo di Ap, Maurizio Lupi.