Primo week-end arancione. E ripartono gli assembramenti. Calano tamponi e contagi. Stabile il tasso di positività al 12,5% ma il dato delle vittime è ancora alto

Drastico calo dei nuovi casi da coronavirus, 16.377. Ma non rallegriamoci troppo perché si registra anche un drastico calo dei tamponi, ne sono stati effettuati solo 130.524 nell’ultimo giorno a fronte degli oltre 200 mila eseguiti quotidianamente le scorse settimane. 672 sono le vittime e tornano a salire i ricoveri: 308 persone in più in ospedale rispetto al giorno precedente. E’ vero che si registra un calo dei nuovi infetti rispetto alla media dell’ultimo mese del 33 per cento, ma è altrettanto vero che con un minor numero di tamponi effettuati il rapporto tra positivi e tamponi si attesta intorno al 12,5 per cento, dato inferiore ai giorni scorsi ma comunque da non sottovalutare. Il rapporto, invece, tra positivi e casi testati è del 25,5 per cento.

Per la prima volta dall’inizio della seconda ondata la regione con il maggior incremento di casi non è la Lombardia. Solo in due regioni si registrano più di due mila positivi nelle ultime 24 ore: l’Emilia-Romagna (2.041) e il Veneto (2.003). In entrambe aumentano anche i posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva: rispettivamente 249 (+4) e 320 (+9). In Lombardia i nuovi contagi sono 1.929 (più di mille in meno rispetto a domenica), ma con appena 16.987 tamponi contro i 28mila del giorno precedente. Inoltre, solo nella regione di Attilio Fontana ci sono stati altri 208 morti, poco meno di un terzo del totale dei decessi in Italia. In altre 5 regioni si registrano più di mille casi: in Campania sono 1.626, nel Lazio 1.589, poi ci sono Piemonte (1.185), Sicilia (1.138) e Puglia (1.101).

La corsa del virus, dunque, rallenta ma non abbastanza da giustificare la folla che si è riversata nei negozi il primo giorno di allentamento delle misure e riapertura delle attività, domenica. Il folle shopping natalizio ha provocato subito delle prime contromisure territoriali. Nonostante il monito degli esperti “non è un liberi tutti” in migliaia si sono fatti prendere dalla corsa al regalo. Sotto i riflettori è finita in primis la città di Torino. “Ho fatto un’ordinanza precisa per disciplinare i centri commerciali, per la rilevazione della febbre e lo scaglionamento degli ingressi. Ma quello che ho visto ieri in alcune vie di Torino mi riporta con la mente all’estate e questo non possiamo permettercelo”, ha detto il governatore piemontese Alberto Cirio. Duro anche il commento del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia: “È inevitabile che quando si riaprono attività commerciali ci sia la voglia di tornare in giro, è naturale la reazione ma quello che non può essere naturale è non rispettare le regole”.

Mentre il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), Agostino Miozzo: “Mi chiedo: perché se in via del Corso a Roma o nelle strade dello shopping di altre città ci sono troppe persone, non si interviene e non si impone il numero chiuso? Mi pare difficile spiegare che è necessario limitare gli spostamenti tra regioni se si accetta che, per gli acquisti di Natale, ci siano assembramenti per strada o nei centri commerciali”. “Male, molto male”, commenta anche la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa. “È abbastanza sconcertante che le persone stentino così tanto a comprendere la gravità della situazione e il fatto che queste situazioni dipendono dai comportamenti di ognuno di noi”. Un primo weekend allarmante dunque. Le forze dell’ordine hanno effettuato 152.713 controlli per verificare il rispetto delle normative anti-Covid. In totale sono state denunciate 63 persone e sanzionate 2.583. Controllati anche 30.072 esercizi commerciali, con 108 sanzioni e 32 chiusure.