Privatizzazioni, una torta da 50 miliardi

di Alessandro Righi

Il governo viaggia spedito sulle privatizzazioni. E tutti i proventi verranno utilizzati per ridurre il debito pubblico. In soldoni il piano messo a punto dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dovrebbe portare nelle casse dello Stato tra i 40 e i 48 miliardi entro il 2017. Per quanto riguarda l’anno in corso, invece, dovrebbero entrare qualcosa come 12 miliardi di euro. Il programma è stato inserito all’interno del piano nazionale per le riforme. E starebbe proseguendo molto speditamente. Il responsabile di via XX settembre, infatti, nella serata di ieri ha annunciato che le privatizzazioni di Enav e Poste sarebbero in dirittura d’arrivo. Ossigeno puro per le nostre casse. Nel Documento di economia e finanza presentato ieri sono state evidenziate tutte le cifre che vanno a scalare e aiutano la discesa del rapporto debito/Pil e che secondo Padoan “comincerà a vedersi presto e si accelererà a mano a mano che la crescita prende forza. Sostenere la crescita”, ha concluso il ministro, “è anche un modo e forse il migliore per abbattere il debito”.

Il piano al dettaglio
Le bozze allegate al piano nazionale per le riforme evidenziano oltre ai 12 miliardi che entreranno quest’anno dalle privatizzazioni anche i proventi al dettaglio per gli anni successivi. Che saranno piuttosto costanti anno per anno. Anche per quanto riguarda gli anni 2015, 2016 e 2017 le entrate derivanti dalle vendite si aggireranno su circa 10-12 miliardi annui. Cifra pari a quasi lo 0,7 del prodotto interno lordo. Dopo Poste ed Enav che ben presto dovrebbero perdere il marchi statale ora resta da capire quali saranno le società a finire sul mercato. Privatizzazioni annunciate e su cui il governo non ha alcuna intenzione di fare passi indietro. Senza dimenticare che in tempi molto recenti, parliamo dell’estate scorsa, l’ex ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, aveva messo in guardia rispetto alla possibile vendita di alcune quote di Enel, Eni e Finmeccanica. Stando alle indiscrezioni circolate finora il governo dovrebbe mettere sul mercato il 40% di Poste Italiane (valutato nei mesi scorsi tra i 4 e i 5 miliardi) e il 49% dell’Enav, la società a cui lo Stato ha affidato la gestione e il controllo del traffico aereo civile in Italia, un’operazione che potrebbe valere un altro miliardo di euro. Padoan ha preferito non fornire ulteriori dettagli sui possibili target da dismettere ma di ipotesi sul tavolo ce ne potrebbero essere diverse. Si va dalla controllata di Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni, alle quote in Eni e Stm, senza dimenticare realtà come Sace, Fincantieri e Cdp Reti.