Processo al Greenwashing. I grandi inquinatori nel mirino Usa

La Federal Trade Commission degli Stati Uniti sta prendendo di mira il greenwashing delle più grandi aziende.

Processo al Greenwashing. I grandi inquinatori nel mirino Usa

La Federal Trade Commission (Ftc) degli Stati Uniti sta prendendo di mira il greenwashing delle più grandi aziende, con un aggiornamento delle sue linee guida che darebbe più potere di intervento all’agenzia contro il marketing ingannevole sulla sostenibilità e responsabilità ambientali, punti dalla legge federale.

La Federal Trade Commission degli Stati Uniti sta prendendo di mira il greenwashing delle più grandi aziende

La mossa segue anni di denunce formali presentate alla Ftc sulla comunicazione molto discutibile delle società di combustibili fossili, agricole e alimentari che da anni si impegnano a ripulire la propria immagine di industrie inquinanti. Al centro del contenzioso – che potrebbe essere la scintilla per un’azione a livello globale – ci sono le indicazioni spesso troppo vaghe sulle compensazioni del carbonio, sulla definizione di “gas naturale” e “gas naturale rinnovabile”, sulla riciclabilità delle plastiche e sulle etichettature “organiche”.

La Federal Trade Commission indaga sul marketing ingannevole

John Kostyack, consulente per la campagna Fossil-Free Finance del Sierra Club, intervistato dal Guardian ha spiegato che “i consumatori sono stati bombardati da messaggi fuorvianti che hanno condizionato i loro acquisti”. I “sofisticati schemi di marketing” del settore sono “chiaramente progettati per sfruttare il numero elevato e crescente di consumatori che cercano di acquistare prodotti prodotti in modo sostenibile”, ha scritto Food and Water Watch in un documento presentato alla Ftc.

Tra le affermazioni prese di mira dai gruppi ambientalisti ci sono le affermazioni dell’industria petrolifera secondo cui tutta la plastica è riciclabile. Numerose indagini hanno scoperto che in gran parte non lo è, e la stragrande maggioranza della plastica statunitense che i consumatori pensavano sarebbe andata in un centro di riciclaggio per essere riutilizzata è in realtà bruciata o sepolta. L’anno scorso, proprio per un’ingannevole dicitura sull’etichetta, l’azienda Keurig Dr Pepper è stata condannata a pagare 10 milioni di dollari per la falsa affermazione che le sue tazze da caffè monouso fossero riciclabili.

Tra le denunce anche quella contro la compagnia petrolifera Chevron

Tra le denunce che pendono presso la Ftc c’è anche un atto di accusa (sempre a partire dalle nuove linee guide che la stessa Ftc si è data) verso la compagnia petrolifera Chevron (160 miliardi di dollari di fatturato annuo): secondo la denuncia Chevron, la seconda azienda più inquinante del mondo, ha contribuito con più di 43,35 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente nei gas serra dal 1965 e attualmente non ha intenzione di ridurre le sue emissioni complessive; dice di produrre energia “sempre più pulita” o “pulita”, mentre spende meno dello 0,2% del suo budget in conto capitale per fonti di energia rinnovabili, travisa i benefici del biometano o del “gas naturale rinnovabile” e mente ai consumatori con una comunicazione ingannevole, come “ridurre l’intensità delle emissioni” continuando ad aumentare l’estrazione e la produzione complessiva di petrolio e gas.

Le cinque maggiori compagnie petrolifere hanno speso oltre 3,6 miliardi di dollari in pubblicità di “reputation building” negli ultimi 30 anni, hanno scoperto i ricercatori della Brown University, e la ricerca di Harvard nel 2022 ha identificato una qualche forma di greenwashing nel 72% dei post sui social media delle compagnie petrolifere e del gas. Ora qualcuno vuole fare chiarezza.