Prove di grande centro: al Festival de Linkiesta Picierno, Renzi, Calenda & C. lanciano la sfida a Schlein

Vuole le armi, difende l'Ucraina, sta con Israele. E' il (quasi) partito centrista che si ritroverà al Festival de Linkiesta a Milano

Prove di grande centro: al Festival de Linkiesta Picierno, Renzi, Calenda & C. lanciano la sfida a Schlein

Pina Picierno, Paolo Gentiloni, Matteo Renzi, Carlo Calenda, Giorgio Gori, Maurizio Molinari, Marco Taradash… Sono solo alcuni dei partecipanti alla settima edizione del “Linkiesta Festival 2025”, organizzata dalla testata conservatrice dal 7 al 9 novembre a Milano. Non più una semplice festa, ma, letta nel suo insieme, la prima uscita ufficiale di quel movimento politico che mira a saldare la destra del Partito democratico, i “Riformisti”, col centro, oggi variamente rappresentato da Italia Viva, Azione e Forza Italia. Embleamtico lo slogan scelto: “Abbattiamo il muro del populismo”… Nel palinsesto appaiono anche Lia Quartapelle, Luigi Marattin, Francesco Costa, Sandro Gozi.

Un quasi partito pro-riarmo che inneggia a Israele

Un parterre de roi che raccoglie tutto ciò che non è di sinistra: fautori del riarmo senza limiti, della guerra in Ucraina, del Salva-Milano, quelle frange Pd che votano regolarmente contro Elly Schlein, quelle che seguono il sindaco di Milano Giuseppe Sala nelle sue fughe d’amore con i poteri fortissimi.

Oltre alla volontà di porre la pietra tombale sull’odiato campo largo, isolando Avs e M5s, i partecipanti sono poi accomunati anche da una posizione molto favorevole alle politiche del governo di Israele. Non a caso la kermesse sarà ospitata dal teatro Franco Parenti, luogo dove si riunisce l’associazione filoisraeliana Setteottobre.

Milano banco di prova del maxi-partito di centro

Di fatto un nuovo partito, che fino a oggi ha lavorato nell’ombra a livello nazionale e che ha scelto il Consiglio comunale di Milano come “sala prove”. È lì infatti che, archiviata l’esperienza arancione di Giuliano Pisapia, il nuovo gruppo ha misurato la propria tenuta. La grande occasione è stata il voto sulla delibera della vendita dello stadio di San Siro, passata solo grazie ai voti dei calendiani e l’appoggio esterno di Forza Italia, con il renziano Ivan Scalfarotto a reggere la fila. Un progetto neo-liberale che da Milano – da dove storicamente partono le rivoluzioni politiche – è ora pronto ad allargarsi a livello nazionale. Alla luce del sole.