Pubblica amministrazione, il debito aumenta

di Sergio Patti

La pubblica amministrazione non sta affatto riducendo i suoi debiti con le imprese creditrici. I debiti commerciali si rigenerano con frequenza, dal momento che i beni e servizi vengono forniti in un processo di produzione continuo e ripetitivo. Dunque limitarsi a liquidare i debiti pregressi di per sé non riduce lo stock complessivo dei debiti: questo può avvenire soltanto nel caso in cui i nuovi debiti risultino inferiori a quelli oggetto di liquidazione. Una condizione che non potrà crearsi fino a quando il livello di spesa della pubblica amministrazione e i suoi tempi medi di pagamento (che al momento sono di 170 giorni) non subiranno una drastica diminuzione.

FATTURE LENTE
«Nel caso concreto – ha osservato Massimo Blasoni, presidente del Centro Studi “ImpresaLavoro” – stimiamo che dall’inizio del 2014 a oggi siano già stati consegnati alla Pubblica amministrazione italiana beni e servizi per un valore di circa 113,5 miliardi di euro e che di questi, in forza dei tempi medi di pagamento, ne sarebbero stati pagati soltanto 40. Con la logica conseguenza che, nonostante le promesse del governo Renzi, lo stock complessivo del debito della pubblica amministrazione rimane invariato nel suo livello e cioè pari a 74 miliardi di euro circa».
Vanno ricordati in particolare due aspetti: i debiti di cui parla Renzi sono quelli maturati entro il 31 dicembre 2013. Solo per questi, infatti, è possibile per le imprese chiedere la certificazione e la relativa liquidazione di quanto dovuto. Già su questa cifra occorre dire che “ImpresaLavoro”, incrociando il dato della spesa per beni e servizi e quello dei tempi di pagamento, aveva stimato uno stock di debiti di 74 miliardi di euro.

FIDUCIA TRADITA
“Siccome ne sono stati rimborsati solo 32,3 (su uno stanziamento complessivo di 40), possiamo senza dubbio affermare che la promessa di Renzi non è stata mantenuta” è la conclusione di Blasoni. “Non solo: mentre questo processo era in corso, la pubblica amministrazione continuava ad accumulare nuovo debito. Nessun indicatore oggi a disposizione permette di dire che vi è una diminuzione dei tempi di pagamento. E ciò significa – chiarisce il presidente di ImpresaLavoro – che lo stock complessivo del debito è ad oggi invariato a 74 miliardi circa e che l’intervento del governo, pur meritorio, è servito soltanto ad impedire che lo stock aumentasse ulteriormente”.