Puglia, Campania e Veneto al voto: in ballo la tenuta delle coalizioni

Puglia, Campania e Veneto. Le tre Regioni chiamate al voto sono considerate un po’ la prova del nove per la tenuta delle coalizioni

Puglia, Campania e Veneto al voto: in ballo la tenuta delle coalizioni

Puglia, Campania e Veneto. Le tre Regioni chiamate al voto domani e lunedì sono considerate un po’ la prova del nove per la tenuta delle coalizioni e per i rapporti di forza fra gli alleati. Le due regioni cruciali in questo senso sono la Campania, per le sorti dell’unità del centrosinistra, e il Veneto dove è sfida aperta tra Fratelli d’Italia e Lega. Un clima più rilassato c’è invece in Puglia dove i principali sfidanti sono Antonio Decaro per il centrosinistra e Luigi Lobuono per il centrodestra.

Decaro dovrebbe vincere facile ma in questo caso sarà importante valutare il risultato del Pd locale, che prima della candidatura dell’europarlamentare dem, è stato tormentato da uno scontro tra lo stesso Decaro e il governatore uscente Michele Emiliano. Sotto i riflettori anche l’effetto Nichi Vendola sul risultato di Avs. L’esponente di Sinistra Italiana si è ricandidato per il consiglio regionale anche lui dopo un lungo braccio di ferro con l’aspirante presidente, che avrebbe preferito non avere in corsa ex governatori.

Prova del nove in Campania e in Veneto per la tenuta delle coalizioni

La Campania è la Regione che tiene più sulle spine il centrosinistra, che ha schierato come successore di Vincenzo De Luca il pentastellato Roberto Fico. L’alternanza tra un governatore dem e un candidato del M5S non è stata ben digerita da tutti nel partito di Elly Schlein. Mentre il M5S si gioca molto con Fico dopo i risultati deludenti delle precedenti tornate elettorali, a partire da quella nelle Marche.

Se a prevalere tra i partiti di sinistra è la fiducia nella vittoria dell’ex presidente della Camera, non manca qualche brivido: una sconfitta inferta dal candidato di centrodestra Edmondo Cirielli potrebbe avere conseguenze dirompenti per la coalizione progressista e i suoi leader. Che dalla Campania vogliono lanciare la sfida alle destre per le prossime politiche. Non è un caso che solo in Campania il campo largo, o giusto che dir si voglia, ha organizzato una chiusura di campagna elettorale unitaria.

Posta in palio

Le dinamiche sono ben chiare a Giorgia Meloni che ha sponsorizzato non a caso il condono edilizio. Appena qualche giorno fa nella ridda delle richieste di modifica alla Manovra, è stata Fratelli d’Italia a tirare fuori la novità: i senatori del partito della premier hanno chiesto di riaprire il condono edilizio del lontano 2003, quando a Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi. La misura potenzialmente riguarda tutta Italia ma nei fatti è stata pensata in particolare per la Campania, che all’epoca sotto la guida di Bassolino non aderì.

Sfida in Veneto tra Lega e FdI

Dopo lo stop ad una ricandidatura di Luca Zaia, in Veneto in campo c’è Alberto Stefani (Lega), che dovrà vedersela principalmente con Giovanni Manildo, il moderato su cui ha puntato il centrosinistra ma che parte in svantaggio nei pronostici. Nella Regione, che è stata guidata per 15 anni dal leghista Zaia, i salviniani devono difendere lo scettro di partito più votato, insidiato da Fratelli di Italia. Un eventuale sorpasso da parte della forza politica di Meloni non sarebbe indolore né per gli equilibri di governo, né per quelli interni alla Lega. Che, subito dopo, dovrà risolvere anche la grana del candidato lombardo, rivendicato dai meloniani.

I temi di queste Regionali

Per quanto riguarda i temi di queste regionali, in Campania lo scontro tra Fico e Cirielli si è giocato soprattutto sull’Autonomia differenziata e sulla sanità, con De Luca che ieri ha minacciato su quest’ultimo campo querele per le polemiche sulle liste d’attesa. A tenere banco anche il gozzo di Fico che il ministro della Difesa ha confermato essere stato ormeggiato in maniera del tutto legale.

L’Autonomia è stato anche il piatto forte del Veneto, con Meloni che ha portato in dote la firma delle pre-intese sulla riforma Calderoli. In Puglia a farla da padrone il futuro dell’ex Ilva. “Adesso hanno fatto un decretino, ma noi non abbiamo bisogno di un decretino, per traccheggiare altri 3 mesi. Il governo deve finalmente assumersi la responsabilità di mettere sul piatto un piano industriale e intervenire perché solo lo Stato può assicurare una riconversione tecnologica e green e garantire quello che i cittadini chiedono da tempo: poter conciliare lavoro e salute”, ha detto il leader M5S, Giuseppe Conte che ieri ha chiuso un evento elettorale a Manduria (Taranto).