C’è una cosa che ancora non ho capito: l’aggressione di Israele all’Iran era concordata con Trump oppure no?
Lino Boschi
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Gentile lettore, l’aggressione era concordata fin nei minimi dettagli. “Senza l’appoggio di Trump forse non avremmo lanciato l’attacco” ha detto Netanyahu venerdì mattina, aggiungendo: “Ora spetta a lui decidere come proseguire”. Più chiaro di così! Non è un caso che i missili abbiano ucciso tra l’altro alcuni negoziatori che trattavano con gli Usa sul nucleare. Trump venerdì mattina ha detto: “Eravamo stati informati dell’attacco, ma non ne siamo parte”. Nel pomeriggio scriveva: “Ora la situazione non potrà che peggiorare. I prossimi raid saranno ancora più brutali. L’Iran deve firmare l’accordo sul nucleare prima che non rimanga più nulla da salvare. Israele ha tante armi e ne riceverà molte altre”. Mettendo insieme le notizie scaturite dalle bocche di Trump e Netanyahu, si evince che: 1, L’attacco e la lista dei personaggi da assassinare sono stati pianificati con gli Usa mentre gli Usa trattavano con l’Iran sull’energia atomica. 2, Washington ha il potere di fermare Israele quando vuole, ma non lo fa né in Iran né a Gaza. 3, La decisione se continuare l’aggressione ora spetta agli Usa, dice Netanyahu, e come condizione gli Usa chiedono la firma di Teheran sull’accordo nucleare (un po’ come con l’Ucraina: Vuoi le armi? Firma la cessione delle terre rare e ti do le armi). Alla luce di questo, chi si fiderà più di trattare con l’America, visto che un attimo dopo averti stretto la mano può pugnalarti alla schiena o costringerti con una lama alla gola a firmare qualunque cosa?